Lo Stato di Washington, per primo in Usa, ha legalizzato il 'compostaggio umano' dopo la morte: una scelta a prima vista macabra, ma che invece viene presentata un'alternativa ecologica alla sepoltura o alla cremazione. La legge, firmata dal governatore democratico Jay Inslee, entrerà in vigore a maggio del prossimo anno e consentirà la "recomposition" del defunto: il corpo viene avvolto in un sudario e posizionato in un lungo contenitore d'acciaio esagonale, adagiato su un letto di trucioli di legno, erba medica e paglia.
L'aria viene aspirata periodicamente, fornendo ossigeno per accelerare l'attività microbica. Nel giro di circa un mese i resti vengono ridotti in compost che, riconsegnato alla famiglia, può essere usato per far crescere fiori e alberi.
"È un'alternativa all'imbalsamazione e sepoltura e alla cremazione. È naturale, sicura, sostenibile e comporterà significativi risparmi in termini di emissioni e di utilizzo di terreno", ha commentato Katrina Spade, designer di Seattle e titolare di 'Recompose', la prima società ad offrire questo servizio. L'idea le è venuta mentre studiava architettura all'University of Massachusetts Amherst.
Ne ha parlato con un'amica che lavora nel settore agricolo e insieme hanno elaborato il progetto per il compostaggio umano che ora punta a competere con l'industria funeraria che, in Usa, genera 20 miliardi di dollari di fatturato. L'anno scorso l'idea è stata messa alla prova con un progetto pilota alla Washington State University, grazie a sei donatori.
Come ha sottolineato Nora Menkin, direttrice esecutiva della People's Memorial Association di Seattle, questo sistema "dà significato e uso a quello che succede ai nostri corpi dopo la morte".
La legalizzazione di questa pratica era stata tentata già nel 2017 ma il provvedimento fu bocciato per la forte opposizione dei cattolici. La stessa procedura è già legale in Svezia mentre nel Regno Unito è ammesso la sepoltura naturale, cioè sotto terra senza bara o in un feretro biodegradabile.