Tencent è la prima azienda cinese hi-tech a sfondare il tetto dei 500 miliardi di dollari per capitalizzazione in Borsa, entrando nell’esclusivo club americano retto da Apple, Alphabet, Google, Facebook, Microsoft e Amazon.
Le azioni del colosso cinese, che controlla la popolare piattaforma di messaggistica WeChat e ha di recente rastrellato il 10% di Snap, la holding che controlla Snapchat, sono cresciute del 4,12% a un valore di 420 dollari di Hong Kong, raggiungendo quota 511 miliardi. A un passo dai 522 miliardi di Facebook. Un record assoluto.
Basta fare un rapido calcolo: chi avesse investito novemila dollari sull’Ipo (Offerta pubblica iniziale) nel 2004, quando Tencent debuttò con un prezzo di collocamento di 3,7 dollari per azione, oggi avrebbe guadagnato un milione di dollari. Dall’inizio di quest’anno, il valore delle azioni del colosso è lievitato del 120%. Al galoppo segue il gigante dell’e-commerce Alibaba, la seconda azienda tecnologica per valore di borsa: vale 474 miliardi di dollari alla New York Stock Exchange.
Tencent e Alibaba figurano tra le prime dieci maggiori aziende al mondo per capitalizzazione. Jack Ma e Ma Huateng – i rispettivi fondatori – sono tra i più ricchi uomini cinesi.
Un ingegnere di basso profilo
I numeri che documentano la crescita del colosso privato guidato dal magnate Ma Huateng, 46 anni, anche detto Pony Ma, un ingegnere che non abbandona il basso profilo, fanno impallidire la Silicon Valley. E’ stato lo stesso Ma ad annunciare nei giorni scorsi gli ultimi dati: nel terzo trimestre l’azienda ha registrato entrate per 65,2 milioni di yuan (9,82 milioni di dollari), con una crescita del 61% rispetto allo stesso periodo del 2016.
A trainarla, spiega il South China Morning Post, i giochi online per gli smartphone, tra i quali ha sbancato il videogame multiplayer 'Honour of Kings' (Tencent ha dovuto fissare un tempo massimo per prevenire la dipendenza tra le fasce più giovani). Non solo. A premiare l’azienda anche le entrate pubblicitarie dalle piattaforme di streaming video e – ovviamente – dalla popolarissima app di messaggistica Wechat, che alla fine di settembre ha raggiunto quota 980 milioni di utenti. La metà di questi usa l’app più di 90 minuti al giorno. Ha contribuito alla crescita anche il debutto in Borsa l’8 novembre scorso di China Literature, la piattaforma online per la pubblicazione di ebook, che nel giro di pochissime ore aveva già moltiplicato il proprio valore del 100%. Il 37% del valore di mercato di Tencent deriva dai pagamenti mobile.
Il colosso partecipa attivamente alla vita dei cittadini cinesi, quando chattano, mangiano, pagano, giocano, e ascoltano la musica.
Il collettivo BAT domina l'innovazione
La Cina vuole diventare leader delle tecnologie del futuro. Il piano Made in China 2025, che individua dieci settori strategici per creare un’industria all’avanguardia puntando sull’innovazione, prevede massicci investimenti nei settori dell’hi-tech. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale ha un ruolo di primissimo piano.
La sfida asiatica ai big americani, che ancora dominano il mercato, è sempre più stringente. A fare da apripista i tre giganti dell’hi tech cinese, Baidu, Alibaba e – appunto – Tencent, riunite nel collettivo BAT – ai quali si aggiungono il colosso dell’ecommerce JD.com e la piattaforma di microblog Weibo. Con 750 milioni di utenti online, la Cina è il mercato internet più grande al mondo: alla fine del 2016, il 72,5% degli utenti faceva acquisti online.
Sette cinesi su dieci giocano ai videogame. Sono quasi tutti adolescenti. Secondo i dati della società di intelligence Newzoo, si tratta di un mercato enorme che appassiona all’incirca 560 milioni di gamer. Il valore? 24,4 miliardi di dollari all’anno (il giro d’affari negli Usa e in Asia ha raggiunto nel 2016 quota 463 milioni).
Coetanea di Google
Nasce, come Google, nel 1998. Quartier generale: Shenzhen, città simbolo del Guangdong, spina dorsale dello sviluppo cinese. Tencent lancia QQ, la piattaforma di messaggistica istantanea che con il bizzarro logo del pinguino conquista rapidamente gli utenti cinesi, soppiantando Skype, Msn, Yahoo.
I pionieri dell’internet cinese vengono indubbiamente agevolati dalle restrizioni di Pechino all’accesso del mercato online da parte delle aziende straniere. Nessuno può immaginare la rapida ascesa che in diciannove anni porterà l’azienda, creata con fondi venture capital da un gruppo di giovanissimi imprenditori tra i quali Pony Ma, all’epoca 27enne, a diventare un colosso globale. L’inizio non è brillante, tre anni senza redditi. Poi entra la media company sudafricana Naspers con una quota del 46% (dal 2014 del 33%).
Con il debutto in Borsa nel 2004, Tencent decide di puntare sui giochi online. Nel 2011 diventa azionista di maggioranza di Riot Games, che sviluppa il popolarissimo videogioco multiplayer 'League of Legends' (nel 2015 ne diventa unico proprietario). Segue l’acquisto di Epic Games, Activision Blizzard, Supercell. Diversifica i settori, dalla logistica alla ristorazione. Nel 2014, per esempio, compra il 20% della startup Dianping, sorta di trip-advisor cinese. Lo stesso anno entra con il 15% in JD.com, quotato al Nasdaq l’anno successivo. Sempre del 2014, investe in Didi Chuxing, il gruppo di trasporti privati che lo scorso anno ha rilevato Uber China, creando un gruppo da 35 miliardi di dollari, e che tra i suoi azionisti conta anche la Apple.
TenCent si è anche avvicinata al settore delle auto elettriche e da oggi detiene il 5% del capitale di Tesla, con un acquisto di 8,2 milioni di azioni del gruppo di Elon Musk per 1,78 miliardi di dollari. Nel 2015 ha lanciato la prima banca privata on line in Cina, WeBank. Più di recente, ha siglato un accordo per un prestito da 4,65 miliardi di dollari con un consorzio di dieci banche coordinate da Citigroup.
Ad aprile ha annunciato il rebrand della propria piattaforma per il gioco online, WeGame – rivale di Steam. A ottobre scorso ha sviluppato un nuovo gioco online per applaudire il leader cinese Xi Jinping per le parole pronunciate nelle tre ore e mezzo di discorso alla grande Sala del Popolo, in apertura del Congresso del PCC che lo ha rieletto Segretario Generale. L’ambizione di Tencent non si ferma qui: è diventato il primo investitore nel settore hi tech negli Usa, secondo solo a Samsung: dal 2011 a oggi ha investito in 41 start up, partecipando a round di raccolta di capitali per un totale di 3,5 miliardi di dollari.
Ma Huateng, secondo cinese più ricco
'Forbes' ha incoronato Ma Huateng al secondo posto nella nuova lista dei ricconi cinesi pubblicata nei giorni scorsi, con un patrimonio personale di 39 miliardi di dollari. L’ingegnere dalla postura frugale è il secondo uomo più ricco della Cina anche secondo la rivista Hurun. Jack Ma – in entrambe le liste – figura al terzo posto. Il 'Time' lo ha definito per ben due volte, nel 2007 e nel 2014, uno degli uomini più influenti del pianeta. Con una laurea in informatica all’Università di Shenzhen nel 1989, Ma, oltre a essere un magnate, ha creato numerosi fondazioni di beneficenza, e si è guadagnato nel 2016 anche la nomina del maggior filantropo cinese.
Vicinissimo al Partito Comunista Cinese (PCC), il 23% dei suoi dipendenti ha la tessera del Partito (che in tutto conta quasi 90 milioni di membri).