La Cina definisce "ipocrita" il Parlamento dell'Unione Europea per l'approvazione di una risoluzione che spiana la strada a sanzioni mirate e al congelamento degli asset ai danni dei funzionari cinesi ritenuti coinvolti nelle detenzioni di massa ai danni degli uiguri e delle altre minoranze musulmane che vivono nella regione autonoma nord-occidentale dello Xinjiang. La Cina, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, chiede al Parlamento Ue di "abbandonare la doppia morale sul contrasto al terrorismo" e di smettere di interferire negli affari interni della Cina.
"Le persone dello Xinjiang e i cinesi hanno maggiore diritto di parlare" sulla situazione nella regione autonoma, "rispetto a chi sta lontano in Europa e non è mai stato nello Xinjiang", ha aggiunto Geng. Sulla situazione dei diritti umani nello Xinjiang si concentrano le attenzioni internazionali, con accuse di detenzioni di massa e di avere imposto un massiccio stato di sorveglianza nell'area rivolte alla Cina.
Circa un milione di persone si ritiene siano detenute in quelli che Pechino definisce "centri di trasformazione vocazionale" e secondo documenti pubblicati dal New York Times sulla repressione nello Xinjiang, lo stesso presidente cinese, Xi Jinping, ha ordinato ai funzionari della regione di mostrare "assolutamente nessuna pietà" contro gli estremisti.
Mercoledì scorso, il parlamento Ue ha consegnato il premio Sakharov per la libertà di pensiero a Jewher Ilham, figlia dell'intellettuale uighuro Ilham Tohti, condannato all'ergastolo da un tribunale cinese nel 2014 su accuse di separatismo. Nell'assegnare il premio, a ottobre scorso, il presidente del parlamento Ue, David Sassoli, aveva auspicato il rilascio immediato dell'economista uighuro, che Pechino giudica un "terrorista" condannato in base alla legge.