Immaginate che la vostra vita si sia fermata a settembre 2009. No, non che siate morti allora, ma che il tempo si sia come bloccato a quella data. È la storia di Chrissy Chambers, nata il 5 ottobre del 1990. Inchiodata a un passato che non riusciva a scrollarsi di dosso, almeno fino allo scorso aprile, quando è riuscita a prendersi la rivincita legale sul suo ex che filmò e pubblicò su internet il loro ultimo rapporto sessuale.
Quell'ultima notte
Diciott’anni, fidanzata con un ragazzo inglese conosciuto online di cui è innamorata - “Era il mio primo amore, lo reputavo forte, intelligente, bravo e protettivo” racconta ora a The Guardian -, nel 2009 Chrissy vive ad Atlanta, dove si è trasferita da una cittadina di 25mila anime del Mississipi per inseguire una carriera da attrice. Presto però il suo ragazzo comincia a rivelarsi per quello che è: ossessivo, geloso, con una preoccupante tendenza a controllare la partner. Chrissy interrompe la sua relazione, prendendosi una pausa sperando che la situazione possa ricominciare dopo un periodo di riflessione.
Lui non la prende bene, e le propone un’ultima serata da trascorrere insieme, nella casa di lei ad Atlanta, prima della rottura. Un momento che si consuma tra l’alcool che il ragazzo le fa bere fino a stordirla. “Non mi ero mai ubriacata prima – racconta Chrissy -. Ricordo che il mattino dopo, quando lui partì per tornare nel Regno Unito, mi salutò dicendomi che mi amava”.
Due anni dopo
La pausa di riflessione non porta al riavvicinamento tra i due. Nel frattempo Chrissy scopre la propria attrazione per le donne e conosce Bria Kam. Nel 2011 scrive al proprio ex per raccontargli della sua nuova relazione. E' felice e si sente bene, gli confida. Forse quello è proprio l’ultimo momento di inconsapevole felicità perché a dicembre, sul sito pornografico RedTube, compare un video di quell’ultima notte tra la ragazza e l’ex. Il primo di una lunga serie – alla fine saranno 7 che si diffonderanno su 37 portali differenti -, intitolato “Io a letto con Chrissy Chambers”.
Dei video registrati quella notte, che in gergo si chiamano “revenge porn”, cioè video porno pubblicati per umiliare e screditare l’ex partner, lei assicura che fosse completamente inconsapevole. E tale rimarrà fino all’estate di due anni dopo.
La carriera da YouTuber
Prima dell’involontaria e sgradita notorietà sui siti a luci rosse, Chrissy e Bria avevano aperto un canale YouTube sul quale la coppia pubblicava video rivolti a un pubblico omosessuale, dai contenuti ovviamente soft e non pornografici. Il primo video le due ragazze lo pubblicano nel 2012, nove mesi dopo l’inizio della loro relazione.
Le giovani fanno in fretta a farsi conoscere dalla community lesbica di YouTube, e altrettanto in fretta finiscono sulla copertina del Washington Post con una foto anti omofobia. Grazie alla loro attività online, e a dei titoli scelti per attrarre click, cominciano anche a guadagnare qualcosa. Gli iscritti al loro canale sono decine di migliaia, e le visualizzazioni volano.
"È come se un treno mi fosse passato sopra"
Estate di cinque anni fa, Las Vegas. Il telefono di Chrissy le notifica un’email: è un’amica YouTuber che le dà la notizia che per anni la tormenterà. Su internet circola un video porno in cui lei è attrice inconsapevole. “È come se un treno mi fosse passato sopra”, ricorda la ragazza. Chrissy si trova in Nevada per registrare il suo primo album musicale con Bria, ma la notizia la sconvolge. Anche il canale YouTube crolla, perché il video di lei con un uomo le fa perdere credibilità nella comunità omosessuale che smette di seguirla.
Ma gli affari sono un aspetto secondario, prima c’è una persona che soffre per un’esposizione innaturale e indesiderata. Devastata da quanto successo, Chrissy scrive a RedTube chiedendo che venga rimosso il video. Ma quel sito è solo uno dei 37 sui quali il sextape della ragazza si è diffuso come un virus.
Toccare il fondo, e poi rialzarsi
Chrissy arriva al punto di telefonare al numero di assistenza per gli stupri dal quale riceve il contatto di Ann Olivarius, un’avvocatessa americana femminista e attiva sui casi di violenze e discriminazioni sessuali. La donna, che lavora a Londra, accetta di prendere in carico il caso, sebbene il Regno Unito non preveda alcun reato per i casi di revenge porn. Nel 2015 una legge su questi casi viene promulgata, ma prevede che non vi sia condanna se chi ha pubblicato il video dimostra che non vi sia stata l’intenzione di molestare. Che fosse per ridere, insomma.
Interrogatori alla polizia, faldoni interi, per nulla. Dopo due anni, nel 2015, non c’è abbastanza materiale per proseguire con l’accusa, spiega The Guardian.
“Sono una vittima”
Il 3 giugno del 2015 Chrissy decide di esporsi pubblicamente, e lo fa postando un video dal titolo inequivocabile. “Sono una vittima di revenge porn”.
I tentativi di portare davanti a un giudice il suo ex, intanto, proseguono senza sosta. Il momento della verità arriva quasi sette anni dopo quella notte ad Atlanta. È il primo marzo 2016: mai, in Inghilterra e Galles, un tribunale aveva giudicato un caso del genere, imperniato sui principi di danneggiamento e privacy. La sentenza arriva ad aprile 2017: Chrissy Chambers ha ottenuto il copyright sui video e da quel momento può perseguire ogni sito internet che li contenga. La ragazza ha vinto, viene stabilito un risarcimento (la cui entità non è stata rivelata, così come il nome del suo ex fidanzato) e con la legge dalla sua parte riesce a cancellare ogni traccia di quella violenza dalla rete.
L’incubo è arrivato a una conclusione, Chrissy è ancora impegnata nella relazione con Bria e il canale YouTube ha ricominciato lentamente a pubblicare video, ma la ragazza oggi 27enne ammette che “questa è una battaglia che non finirà mai, sia per me che in generale nel combattere questo genere di video. Non sarò mai capace di sentire che questa storia sia completamente passata”.