Cosa rappresenta Stonehenge? Chi ha ideato e costruito quel singolare sito? Perché? A cosa serviva? L’uomo si pone queste domande dal 1640, quando John Aubrey, fisico, naturalista, letterato, pittore e, soprattutto, antiquario britannico, cominciò a studiare la struttura dichiarando fosse opera dei druidi, sacerdoti Celti che, sempre secondo Aubrey, usavano Stonehenge come scenografia per i loro sacrifici umani.
Cento anni dopo John Wood, allievo di Isaac Newton, smentì le teorie di Aubrey e, considerando anche i brevi studi condotti dallo stesso Newton, arrivò a teorizzare che Stonehenge altro non fosse che una rappresentazione non geocentrica del sistema solare.
La leggenda, da Merlino agli alieni
Fu poi l’archeologo John Lubbock verso la fine dell’800 a ipotizzare che la struttura venne eretta durante l’età del bronzo, avendo ritrovato oggetti in bronzo nelle colline circostanti.
Nessuno ha mai potuto dare una spiegazione che fosse senza ombra di dubbio esatta, tant’è che la scienza spesso ha dovuto far spazio alla leggenda, tra chi scomoda quella di Re Artù, secondo la quale fu il mago Merlino a pretenderne lo spostamento dall’Irlanda e che le pietre furono trasportate fin là dall’Africa sulle spalle di giganti; e naturalmente non poteva mancare chi pensa che sotto sotto ci sia lo zampino degli extraterrestri.
Quello che noi possiamo sapere per certo è che la datazione radiocarbonica del sito indica che la costruzione del monumento fu intrapresa intorno al 3100 a.C. e si concluse intorno al 1600 a.C. Ciò consente di scartare molte delle teorie proposte negli anni su un sito aggiunto nel 1986 alla lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco.
No, fu qualcuno giunto da lontano
Oggi l’analisi scientifica fa un altro passo in avanti e, se ancora non si è potuta dare una risposta inattaccabile, e chissà se mai sarà data, perlomeno sappiamo qualcosa di più a proposito della popolazione che abitava la zona di Stonehenge durante la presunta costruzione della struttura.
Come scrive la BBC, “Quando i ricercatori hanno analizzato il Dna dei primi agricoltori britannici, hanno scoperto che assomigliavano più strettamente agli uomini del Neolitico provenienti dalla penisola iberica. Questi contadini iberici discendevano da persone che avevano viaggiato attraverso il Mediterraneo. Dall'Iberia, o da qualche parte vicino, i contadini del Mediterraneo viaggiavano verso nord attraverso la Francia”.
“Potrebbero essere entrati in Gran Bretagna da ovest, attraverso il Galles o l'Inghilterra sudoccidentale”. Pare che oltre all’agricoltura questi antichi migranti neolitici usassero costruire monumenti usando proprio grandi pietre come megaliti, e pare che Stonehenge rientrasse in questa tradizione.
A quel tempo la Gran Bretagna era popolata più che altro da cacciatori-raccoglitori e lo studio del DNA delle due diverse “razze” ci dice che i due gruppi anche se entrarono in contatto non si mescolarono mai e che i cacciatori-raccoglitori sparirono presto, a parte un gruppo più folto che resistette nelle zone della Scozia. La costruzione di Stonehenge sarebbe presumibilmente da attribuire proprio a questi nuovi migranti giunti dal Mediterraneo, i quali, secondo gli specialisti di Dna antico del Natural History Museum, avevano carnagione chiara, occhi marroni e capelli neri.