Migliaia di persone sono scese in piazza mercoledì in tutta la Spagna per protestare contro il governo di Madrid, dopo che la Guardia Civil ha fatto irruzione nelle sedi del governo della Catalogna arrestando 14 alti funzionari, responsabili dei preparativi per il referendum per l’indipendenza della comunità autonoma, previsto per il primo ottobre. Le proteste sono andate avanti tutta la notte, con sit-in e manifestazioni spontanee.
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Che succede in Spagna
Rajoy: "Referendum inammissibile"
Il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy ha difeso la sua decisione in Parlamento, dove ha ribadito l’inammissibilità di una consultazione sull’indipendenza della Catalogna: “Il referendum non può essere celebrato, non è mai stato legale o legittimo, ora è solo una chimera impossibile. Lo Stato ha agito e continuerà a farlo, ogni illegalità avrà la sua risposta. La disubbidienza alla legge è l'opposto della democrazia. Siete ancora in tempo per evitare danni maggiori".
Il riferimento è all’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione, che dà a Madrid il potere di intervenire nelle comunità autonome per ristabilire il rispetto della legge, a condizione di ottenere un’approvazione a maggioranza assoluta del Senato, come spiega Repubblica. A Barcellona viene infatti chiesto di rispettare la sentenza della Corte Costituzionale che, a inizio settembre, aveva vietato il celebrarsi del referendum.
Arrestati 14 alti funzionari catalani
La guardia Civil ha eseguito l’arresto di 14 alti funzionari tra i quali stretti collaboratori del vicepresidente catalano Oriol Junqueras, che ha anche la delega all’economia, e il suo braccio destro Josep Maria Jové, come ricostruito dal Corriere.
Sono stati arrestati inoltre il direttore del dipartimento di attenzione ai cittadini del governo, Jordi Graell e il presidente del Centro delle telecomunicazioni, Jordi Puignero.
"Il referendum si farà comunque"
Il presidente della comunità autonoma della Catalogna Carles Puigdemont condanna "l'atteggiamento totalitario" e continua a difendere il diritto di Barcellona di andare al voto. Per i vertici catalani il referendum, previsto il primo ottobre, si farà comunque, nonostante la Guardia Civil abbia sequestrato dieci milioni di schede elettorali e le lettere di convocazione per 45mila elettori.
Manifestazioni in tutta la Spagna
Jordi Sanchez, presidente dell’organizzazione indipendentista Assemblea Nazionale Catalana (Anc), si è dichiarato intenzionato a continuare la propria lotta. Sul suo profilo Twitter ha scritto: “Qualcuno pensa che non voteremo? Noi voteremo e lo faremo massicciamente. 1 ottobre, la Catalogna voterà”.
Ma a esprimere solidarietà agli indipendentisti catalani sono anche partiti nazionali e manifestazioni in tutto il Paese. Pablo Iglesias (Podemos) ha detto: “È una vergogna, in Spagna tornano a esserci detenuti politici” ed è intenzionato a organizzare una manifestazione a Madrid. Podemos si è detto contrario all’applicazione dell’articolo 155, mentre il Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) è spaccato.
La revolució dels somriures!! Algú creu que no votarem? Votarem i ho farem massivament. 1 d'octubre Catalunya votarà pic.twitter.com/ETaKML32Pj
— Jordi Sànchez (@jordisanchezp) 20 settembre 2017
L’ultima misura a disposizione di Madrid prima di attivare l’articolo 155 resta l’applicazione di misure straordinarie sul piano economico. Il ministro del Tesoro Cristobal Montoro ha infatti assunto il controllo del portafogli delle spese pubbliche della Generalitat.
Mappa delle manifestazioni
Mentre la situazione a Barcellona si fa sempre più tesa, il resto della Spagna e del mondo guardano ai fatti catalani. The National, quotidiano scozzese a vocazione indipendentista, dedica alla Catalogna la prima pagina e lancia l’hashtag #ScotsForCatalonia, invitando i lettori a sostenere l’indipendenza della Generalitat.
Il calcio catalano contro Rajoy
La 'partita' per l'indipendenza catalana viene giocata anche dalle squadre di calcio della regione. A partire dal Barcellona di Iniesta e Piquet che, in un comunicato, sostiene di stare dalla parte "della democrazia, della libertà di espressione e del diritto all’autodeterminazione", e condanna "ogni atto che può limitare l’esercizio di questi diritti".
— FC Barcelona (@FCBarcelona) 20 settembre 2017
Il Barcellona, aggiunge il comunicato, "continuerà a sostenere la volontà della maggioranza del popolo catalano e lo farà in un modo civile, pacifico ed esemplare".
Anche il Girona F.C., squadra di calcio dell’omonima città catalana e che gioca nella Primera División, ha pubblicato un comunicato nel quale si schiera contro l’atto di forza di Rajoy.
— Girona FC (@GironaFC) September 20, 2017
“Il Girona, rispetto alla situazione di conflitto politico che si sta verificando nelle ultime ore in Catalogna, vuole schierarsi con la volontà dei cittadini di questo paese - si legge sul comunicato - che hanno manifestato in numerose occasioni l’intenzione di esprimere la loro libertà democratica, esercitando il loro diritto di decidere. D'altra parte, e non può essere altrimenti, condanniamo ogni azione che violi questa libertà di espressione con misure repressive”.