Seedo è un’azienda che ha creato un dispositivo di coltivazione idroponica completamente automatizzato che ti consente di coltivare erbe e verdure medicinali comodamente da casa. Immaginatevi un mini frigorifero, alto un metro e largo circa 60 cm, ma quando lo aprite dentro non ci trovate le vostre bibite preferite ma una piccola piantagione di verdure o spezie o fiori o…marijuana.
Il dispositivo è anche collegabile ad un’apposita applicazione che ti notifica ogniqualvolta ciò che stai coltivando ha bisogno delle tue cure, per il resto fa praticamente tutto da solo, non hai che da stare lì ad aspettare. Naturalmente nel nostro paese, come sappiamo, la cannabis è illegale quindi non potremmo utilizzare Seedo per la coltivazione di una sostanza proibita, ma l’azienda tedesca, proprio per sensibilizzare pubblico e amministrazioni, riporta oggi i dati sul consumo di cannabis nel mondo, svelando quali sono i paesi che ne consumano più e meno, quelli dove un grammo costa più e meno, al grido, solito, della legalizzazione contro lo strapotere della criminalità organizzata su un mercato così redditizio: “Rimuovendo l'elemento criminale dalla marijuana - sostiene Uri Zeevi, CMO di Seedo - i governi saranno poi in grado di regolare in modo più sicuro la produzione, togliere il potere dalle bande metropolitane, e come abbiamo dimostrato in questo studio, generare entrate fiscali enormi”.
Lo studio è stato portato avanti dalla dall’agenzia ABCD e i risultati sono molto interessanti: il paese dove un grammo di marijuana costa di più, circa 32,66 dollari, è Tokyo, che consuma 1,53 tonnellate l’anno, poco se si pensa che New York guida la classifica delle città dove ne viene consumata di più con oltre 77 tonnellate l’anno, forse anche perché lì costa un terzo, ovvero 10,76 dollari al grammo.
Ma quella dei newyorchesi è evidentemente una passione sincera, tant’è che al secondo posto della speciale chart troviamo Karachi, in Pakistan dove il prezzo è più basso (5,42 dollari al grammo) ma il consumo è inferiore: 41,95 tonnellate l’anno, che comunque non è uno scherzo. È a Singapore che invece, al contrario, il consumo risulta essere il più basso del mondo, 0,02 tonnellate l’anno, seguita da Santo Domingo (0,16) e Kyoto (0,24).
Un dato interessante è che delle prime dieci città con il più alto consumo di cannabis in tre di queste la marijuana è totalmente illegale (Karachi, Cairo e Londra), in una, Los Angeles, è legale, nelle restanti è parzialmente legale. Se invece diamo un’occhiata alla lista delle città dove il consumo è ridotto all’osso ci accorgiamo che sette su dieci non permettono consumo e coltivazione, in tre (Salonicco, Lussemburgo e Asuncion) è parzialmente legale.
Questo vuol forse dire che i metodi repressivi funzionano contro il consumo di droghe leggere? Chiaramente in questo studio intervengono fattori demografici fondamentali, che in Lussemburgo si consumi più marijuana di New York è facilmente intuibile senza supporto di uno studio ad hoc.
Infatti un’altra tabella da tenere sotto controllo è quella relativa agli introiti nelle casse delle varie amministrazioni che potrebbero entrare con una legalizzazione totale: 156 milioni di dollari New York, 98 Cairo, 55 sono i milioni di dollari che incassa di tasse la città di Los Angeles, unica in questa classifica ad aver legalizzato la cannabis; e poi ancora 54 Londra, 52 Chicago e 50 Mosca.
E l’Italia? Sono tre le città tra le 120 presenti nella classifica, e sono Milano, Napoli e Roma. Milano è la più costosa, un grammo di marijuana costa di media 8,85 dollari, a Roma 7,86 e a Napoli 7,75. In quanto a consumo Roma si classifica 16esima nel mondo smaltendo oltre 14 tonnellate l’anno contro le 6 di Milano e le 5 di Napoli. E secondo i calcoli della ricerca, che si riferiscono chiaramente al sistema di tassazione statunitense, Roma legalizzando la cannabis incasserebbe oltre 21 milioni di dollari l’anno, Milano circa 11, Napoli oltre 7.