Chiuso per volontà del personale di bordo nella cappelliera al di sopra dei sedili, un cane di piccola taglia non è riuscito a sopravvivere al volo da Houston a New York ed è morto prima dell’atterraggio. È successo a bordo di un vettore della United Airlines, ed ora la compagnia aerea si dice pronta ad assumersi appieno la responsabilità dell’accaduto.
Secondo i testimoni, la bestiola si trovava già in una gabbietta al momento dell’imbarco, dove era stata sistemata dalla famiglia dei suoi proprietari, ma prima del decollo del volo 1284 dall’Aeroporto George Bush della città texana è intervenuto uno steward. “L’animale non può restare lì”, ha detto indicando lo spazio al di sotto di un sedile dove la gabbietta era stata sistemata, all’altezza dei piedi della padrona.
Inutili le proteste: appurato che nella cappelliera c'era spazio ritenuto a sufficienza, la donna è stata costretta a infilarlo tra un cappotto e una valigetta, con ben poca aria a disposizione. Al momento di riaprire la cappelliera, il cane era morto.
La proprietaria e i figli si sono seduti nel corridoio centrale e si sono messi a piangere. Gli altri passeggeri hanno ripreso la scena e twittato la loro indignazione. “Quello non era il posto per un animale”, ha ammesso l’United Airlines, “un incidente del genere non avrebbe mai dovuto accadere”.
È stata avviata un’inchiesta interna, e la proprietaria è stata risarcita dei 125 dollari che le era costato il biglietto del cane. Ma non è la prima volta che la compagnia aerea si trova in mezzo alle polemiche a causa di un accadimento di questo tipo: già lo scorso anno ha dovuto rispondere in tribunale per la morte a bordo di un coniglio gigante, mentre si calcola che sempre nel 2017 possa vantare il poco lusinghiero primato del record nei decessi di animali a bordo dei propri voli in tutti gli Usa.