Bruxelles vuole risposte "entro due settimane" e ben 37 stati Usa chiedono altrettanto, mentre anche l'Antitrust americana apre un'indagine sul caso Cambridge Analytica. E dopo entrambi i rami del Congresso Usa, anche il Parlamento britannico convoca Mark Zuckerberg per chiedergli conto di uno scandalo che farà la storia di internet e potrebbe cambiare per sempre (e non in peggio) la maniera nella quale ci relazioniamo ai social network. Tutti lo vogliono ascoltare ma il numero uno di Menlo Park, dopo le scuse ufficiali e un paio di interviste, si è di nuovo rinchiuso in un silenzio dal quale non è detto riemerga di fronte alle autorità che ne reclamano la presenza. A Londra, per esempio, manderà un suo vice.
Per Londra "non è chiaro" perché Zuckerberg non vuole presentarsi
Zuckerberg ha fatto sapere che non si presenterà all'audizione della commissione parlamentare britannica sui Media ma ha "personalmente chiesto a un suo vice di rendersi disponibile", fa sapere Rebecca Stimson dall'ufficio britannico del social network. Secondo Bloomberg, a Westminster potrebbero recarsi o il capo della divisione tecnologica, Mike Schroepfer, o il responsabile dei prodotti, Chris Cox, numero 3 dell'azienda.
La commissione guidata dal conservatore Damian Collins ha chiesto a Zuckerberg di comparire in audizione per rispondere del "catastrofico fallimento" dietro l'accesso illegale ai dati di 51 milioni di utenti del social ottenuti da Cambridge Analytica, che li avrebbe usati per profilare possibili destinatari di pubblicità elettorali mirate. Collins ha accettato, per il momento, la presenza di un vice, chiedendo espressamente che compaia Cox, ma ha annunciato che la commissione non intende rinunciare a sentire Zuckerberg, al quale verrà inviata una nuova richiesta. Secondo il deputato, la le motivazioni sulla base delle quali Zuckerberg ha affermato di non volersi presentare "non sono chiare".
Bruxelles chiede una risposta "entro due settimane"
La Commissione europea, nel frattempo, ha chiesto all'azienda di fornire risposte "nelle prossime due settimane" alle domande sollevate dallo scandalo Cambridge Analytica, per sapere in particolare se i dati personali degli europei siano stati colpiti. L'esecutivo comunitario, si apprende da una lettera inviata lunedì sera dal Commissario alla giustizia, Vera Jourova, chiede anche che il social network americano lo informi delle misure previste per evitare che il caso si ripeta. "Gradirei una risposta nelle prossime due settimane", ha sottolineato Jourova.
Negli Usa a chiedere conto a Zuckerberg dei suoi errori, oltre a Capitol Hill, sono i ministri della Giustizia di 37 Stati Usa. "Queste rivelazioni sollevano molte serie domande sulle politiche e pratiche di Facebook e i processi in atto per assicurare che vengano seguite", si legge in una lettera inviata dal gruppo bipartisan di attorney general alla società, "Facebook ha fatto promesse sulla privacy degli utenti in passato e dobbiamo essere certi che gli utenti possono fidarsi di Facebook. Con le risposte ottenute fino ad ora, questa fiducia è persa", si legge nella lettera. I funzionari vogliono quali siano i termini per la cessione di informazioni a parti terze, quali siano i dati raccolti e quali misure di tutela sono state messi in piedi.
La lettera dei procuratori generali statali americani segue l'annuncio della Ftc (Federal Trade Commission), l'antitrust Usa, che ha aperto un'inchiesta formale sul caso. Ieri, inoltre, la commissione Giustizia del Senato Usa ha reso noto di aver invitato Zuckerberg a testimoniare sullo scandalo, così come hanno già fatto le commissioni Commercio del Senato e Commercio ed Energia della Camera. Insomma, un'agenda fitta di impegni per il giovane miliardario. Ammesso che voglia onorarli.