Per la prima volta è stato lanciato un allarme rosso estremo per gli incendi in California. L'allarme riguarda il Sud-Ovest dello Stato e in particolare le contee di Los Angeles, Ventura e San Bernardino, come mostrano le mappe del Servizio meteorologico nazionale, che prevede per la giornata di mercoledì venti con raffiche fino a 128 chilometri all'ora, i più forti della stagione. Le autorità hanno previsto nuove interruzioni di somministrazione di energia elettrica, che interesseranno oltre 1,8 milioni di residenti.
Ventimila persone sono evacuate nei giorni scorsi alla periferia di Los Angeles, da Brentwood, l'area dove ci sono le super-ville hollywoodiane, a Pacific Palisades, a fuoco le colline a nord di Los Angeles dove si trova il famoso Getty Center, il polo museale internazionale tra il parco di Westridge e il campus dell'Università della California.
Duecento ettari di terreno e almeno otto abitazioni distrutte dalle fiamme. Le migliaia di vigili del fuoco sono riuscite, finora, a contenere solo il 5 per cento degli incendi. Sono stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni anche Arnold Schwarzenegger e la star della Nba, LeBron James. E a nord di San Francisco, nella contea di Sonoma, famosa per i suoi vigneti, la situazione è anche più grave: trentamila ettari distrutti e più di quattrocento divorate dal fuoco.
Secondo Antonello Provenzale, direttore dell'Istituto di Geoscienze e georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IGG-CNR), "più che il vento è la siccità la componente e in particolare l'aridità del suolo il fattore che favorisce lo sviluppo degli incendi" anche di quelli che in questi giorni stanno devastando la California. "La costa del Pacifico degli Stati Uniti - ha detto - ha delle caratteristiche ambientali che la rendono molto simile all'area del mediterraneo dove gli incendi, soprattutto quello estivi, sono un elemento di carattere assolutamente naturale". Il punto è che dentro a questa dinamica naturale ci sono dei fattori che possono alterare gli equilibri a dare luogo a situazioni potenzialmente molto pericolose. In primo luogo la siccità.
"Sappiamo - ha detto Provenzale - che negli ultimi anni in California ci sono state situazioni molto siccitose. La mancanza di umidità nel suolo è uno dei fattori più importanti che spingono il propagarsi delle fiamme anche più del vento, che pure gioca un ruolo rilevante". Un secondo elemento da considerare è poi lo stato di gestione delle foreste. "Bisogna vedere - ha aggiunto - in che condizione si trovano i boschi, se cioè sono puliti o se nel sottobosco sono stati lasciati residui e ramaglie che diventano combustibile facile all'innesco.