È una di quelle professioni che da misteriosa e surreale potrebbe diventare alla moda come conseguenza diretta del riscaldamento globale: il cacciatore di iceberg. Siamo sull'isola canadese di Terranova e come ogni mattina all'alba insoliti pescatori come Edward Kean manovrano la propria imbarcazione per raccogliere l'oro bianco, pezzi di ghiaccio giunti dalla Groenlandia tramite il "corridoio degli iceberg". Imponenti volumi di ghiaccio alti anche diverse decine di metri dai quali da più di 20 anni Edward estrae acqua per poi rivenderla ai negozianti che la imbottigliano oppure la mescolano con alcool o la utilizzano per fabbricare prodotti cosmetici.
La caccia comincia con l'osservazione delle immagini satellitari tramite le quali vengono localizzati gli iceberg da catturare, spesso dopo lunghi tragitti in mare. Nell'ultimo periodo l'aumento delle temperature dell'Artico - che si riscalda tre volte più velocemente rispetto al resto del pianeta - accelera la dislocazione della calotta polare, incrementando il lavoro - molto fisico - del 60enne Edward e dei suoi colleghi.
Una volta giunti sul posto sparano sulle colossali muraglie bianche nella speranza che si stacchi un pezzone di iceberg, ma non sempre funziona. È una corsa contro il tempo poiché una volta arrivati al largo di Terranova i blocchi di ghiaccio si sciolgono velocemente, ritornando allo stato liquido. Quando la pesca è fruttuosa, con una gru le imbarcazioni trainano le preziose 'pepite' di oro bianco che pesano fino a due tonnellate, avvolte in una rete.
Successivamente le scaricano sul pontile dove il capitano le frantuma in pezzetti con un'ascia che poi vengono stoccati in serbatoi da mille litri, nei quali si sciolgono dopo qualche giorno. Durante l'alta stagione degli iceberg ogni equipaggio raccoglie in media circa 800 mila litri di acqua e per acquistare il prezioso liquido gli imprenditori locali sborsano un dollaro al litro.
L'acqua degli iceberg, finora considerata pura poiché congelata prima dell'inquinamento atmosferico della Rivoluzione industriale, è diventata un argomento marketing di aziende di nicchia che vendono prodotti di lusso, dal cibo alla cosmesi. Tra queste c'è la Dyna-Pro, cliente di Edward, che riempie di acqua di iceberg bottiglie di vetro come pezzi di design poi rivendute 11 euro all'unità ad una clientela ricca, in Europa ma anche a Singapore e Dubai. Nella località turistica di Twillingate la Auk Island Winery produce invece alcool di bacche selvatiche utilizzando acqua di iceberg, con prezzi che vanno da 7 a 60 euro la bottiglia.