Lo scandalo legato agli audio di BuzzFeed sulle presunte trattative tra uomini della Lega, businessman e avvocati russi a Mosca, per finanziare il partito di Matteo Salvini, "non rappresenta una notizia di grande attualità" per i media russi. A spiegarlo all'Agi è Elena Pushkarskaya, corrispondente a Roma di uno dei principali quotidiani russi, Kommersant.
A suo dire, la vicenda "non è percepita in Russia come politica", perché per ora non ha tirato in ballo esplicitamente nessun rappresentante di governo e "ha le sembianze più di trattative tra businessman". L'unico nome che viene fatto è quello di Vladimir Pligin, avvocato e membro del partito di governo Russia Unita, partito che ha però preso le distanze, derubricando la storia alla sfera delle "iniziative private".
In Russia, aggiunge la corrispondente, in questo momento "l'agenda mediatica si concentra su altri temi, soprattutto sulle elezioni regionali e comunali di settembre e il processo di ammissione dei candidati". Proprio oggi a Mosca in pieno centro, un migliaio di persone si è riunito per protestare contro l'esclusione di diversi candidati d'opposizione.
In Russia la storia delle registrazioni audio nell'albergo Metropol passa in secondo piano anche perché come sottolinea Pushkarskaya: "È vissuta come una ripetizione di quanto già uscito su La Stampa e su L'Espresso i mesi scorsi. In BuzzFeed non c'è molto di nuovo", All'epoca, però, le reazioni dalla Russia erano state più forti e la società petrolifera Rosneft - citata nell'inchiesta - si era rivolta direttamente alle due testate, chiedendo immediatamente di smentire quanto scritto, minacciando azioni legali.
A distanza di mesi, in assenza di nuove prove o di conseguenze fondamentali, nella Federazione si segue l'evoluzione della vicenda senza grande clamore. Per ora i media russi - le grandi agenzie Tass, Ria Novosti e Rbc, ma anche Kommersant - si sono limitati a riportare la cronaca degli audio di Buzzfeed, la notizia dell'inchiesta aperta a Milano, le reazioni di Salvini e quelle del Cremlino. Ma nessuno ha tirato fuori del materiale suo originale.
L'unica cosa che sorprende alcuni giornalisti russi è proprio la reazione della presidenza. Invece dell'atteso silenzio, venerdì, sulla vicenda è intervenuto il portavoce Dmitri Peskov. "È strano che ci sia un tale clamore intorno all'accaduto", ha detto alla Tass, "negli audio non si fa alcun discorso su soldi a partiti. Non un solo partito, né un solo politico italiano ha mai ricevuto denaro dalla Russia, direttamente o tramite accordi".