A diffondere le notizie false su Facebook, almeno negli Stati Uniti, sono soprattutto gli over 65. È una delle conclusioni a cui sono giunti tre ricercatori dell’Università di Princeton e di New York. Lo studio, pubblicato su Science Mag, ha svelato alcune caratteristiche del fenomeno bufale online.
Uno studio lungo più di due anni
Le fake news sono sempre esistite, da prima del web e di internet, ma negli ultimi anni il dibattito attorno al tema delle notizie false si è arricchito notevolmente. Merito, o colpa, anche dei social network e di alcuni episodi di politica internazionale in cui la propaganda – anche lei sempre esistita – ha guadagnato nuova linfa in democrazie che un tempo si ritenevano al riparo.
Una di questi episodi è la campagna elettorale statunitense del 2016. Gli autori dello studio in oggetto sono partiti proprio da quell’evento: hanno sottoposto a 3.500 persone un sondaggio per “capire come l'uso dei social media influisca sul modo in cui le persone imparano a conoscere la politica durante una campagna elettorale”, e successivamente incrociato queste risposte con quanto condiviso sul proprio profilo Facebook dagli stessi intervistati. Obiettivo: rintracciare, sul social network di Zuckerberg, i link che rimandavano a siti definiti come produttori di “fake news” (una categoria in cui rientrano 21 siti web, sulla base della lista di Buzzfeed mescolata con altre preparate da giornali e ricercatori).
A condividere fake news sono soprattutto gli anziani
Gli esiti dello studio sono sorprendenti, seppur con i limiti di un’analisi condotta soltanto su un campione ristretto di persone di un solo Paese e soltanto su un social network, Facebook. Ragioni per cui non è possibile trarre conclusioni generali sulle dinamiche di diffusione delle notizie false in rete.
Fatta questa premessa, ecco le tre conclusioni a cui sono giunti i ricercatori: “La maggior parte degli utenti di Facebook non ha condiviso link provenienti da siti di notizie false”, una quota di appena l’8,5% del totale. Tra questi, la maggior parte erano repubblicani, cioè sostenitori di Donald Trump: una maggioranza, si legge su Science Mag, “sia in termini assoluti (38 contro i 17 democratici) sia in percentuale (18,4% contro il 3,5%). Ma soprattutto erano anziani: gli over 65 hanno condiviso notizie false “quasi sette volte di più dei giovani nella fascia d’età tra i 18 e i 29 anni” e più del doppio dei 45-65enni.
Dati confermati anche se letti in termini proporzionali: a postare qualche link inaffidabile è stato l’11% degli over 65, una percentuale che precipita al tre nel caso dei più giovani. Perché? Due, secondo gli autori della ricerca, scrive The Verge, le ipotesi: che i più vecchi non dispongano della stessa alfabetizzazione digitale degli under 30 e che, andando in là con gli anni, si perda un po’ la capacità di riconoscere le bufale.