Migliaia di persone in tutto il Regno Unito sono scese in piazza a protestare contro la decisione del premier, Boris Johnson, di sospendere i lavori parlamentari fino al 14 ottobre, nei giorni cruciali prima della data prevista per la Brexit il 31 ottobre. Da Londra a Edimburgo, da Belfast a Glasgow, passando per York, Manchester, Newcastle, Birmingham, Liverpool, Swansea, Leeds, Bristol e Aberdeen, in oltre 30 città le strade si sono riempite di manifestanti con in mano cartelli contro "il colpo di Stato" operato dal nuovo leader dei Tory. Proteste minori ci sono state anche a Berlino, Amsterdam e Riga.
Al grido di "se chiudete il Parlamento, noi chiuderemo le strade", a centinaia hanno bloccato il traffico a Trafalgar Square - dove gli agenti hanno arrestato tre persone, tra cui la deputata dei Verdi, Caroline Russell - prima che il corteo si dirigesse verso Buckingham Palace. Stop alla circolazione anche a Waterloo Bridge, Westminster Bridge, a Whitehall e West End.
Una folla si è radunata vicino alla residenza del premier a Downing Street, ma anche nella piazza antistante Westminster. Centinaia di partecipanti hanno sfidato la pioggia a Birmingham, tanti altri si sono riuniti di fronte al Balliol College dell'Università di Oxford, dove il premier ha studiato, per protestare contro le "azioni antidemocratiche di Boris Johnson e Dominic Cummings", il superconsulente del leader dei Tory, considerato il suo Rasputin.
Per Laura Parker, coordinatrice nazionale di Momentum, movimento di sinistra vicino ai laburisti, la sospensione del Parlamento è una "scappatoia nella nostra democrazia fallace". "Le persone sono arrabbiate e indignate per ciò che sta accadendo", ha sottolineato il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, parlando da Glasgow al termine di una visita di tre giorni in Scozia. Il messaggio dei manifestanti al premier è chiaro, ha aggiunto: "Non c'è modo per te di portarci fuori (dall'Ue) senza accordo".
Altre manifestazioni sono attese il prossimo martedì quando il Parlamento riprenderà le attività dopo la pausa estiva, ma solo per pochi giorni, prima di essere sospeso dalla settimana del 9 settembre fino al 14 ottobre, quando la Regina pronuncerà il suo discorso di presentazione delle politiche del nuovo governo.
Una chiusura di 23 giorni lavorativi che è vista come un tentativo del premier di mettere a tacere i critici - nell'opposizione ma anche all'interno del suo stesso partito - riducendo il loro spazio di manovra per trovare mezzi per impedirgli di portare a compimento una Brexit senza accordo come più volte minacciato. Così restano ai deputati "circa quattro giorni per prendere la decisione più importante delle nostre vite", ha sottolineato da Bristol l'ex deputato Lib-Dem Stephen Williams.