Se il Regno Unito uscirà dall’Ue senza un accordo, per i britannici viaggiare in Europa sarà molto più complicato: prima di lasciare il Paese (o rientrarvi) dovranno mettere in conto lunghe code in aeroporto, ritardi e attese di almeno tre ore. Sono le previsioni formulate alla Cnn da alcuni esperti di turismo in vista di una Hard Brexit.
Lo scorso 11 settembre, il governo britannico, messo con le spalle al muro dal Parlamento, ha pubblicato “Operation Yellowhammer”, un documento segretissimo di 6 pagine che descrive uno scenario apocalittico in caso di No Deal: mancanza di farmaci e di alimenti freschi, conseguente diffusione di malattie, prezzi di cibo e elettricità destinati a salire, rischio violenze in Irlanda del Nord e nelle strade, caos a Gibilterra e Dover. Un’eventualità che non sembra così lontana considerando che lo stesso governo scrive chiaramente che “nonostante gli sforzi, i preparativi per il No Deal si riveleranno molto limitati”. Per il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon più che uno “scenario peggiore” quello descritto nel documento sarà la normalità, il minimo che ci si debba aspettare.
Per gli esperti le conseguenze dureranno molto di più di “sei mesi”, come stimato dallo “Yellowhammer” e i viaggiatori “dovrebbero preoccuparsi più delle difficoltà che incontreranno nel viaggiare da e per l’Europa piuttosto che della mancanza di cibo e farmaci”, ha dichiarato alla Cnn Tom Jenkins, Ceo di ETOA, associazione commerciale di tour operator che lavorano con l’Europa. Jenkins è scettico riguardo l’Hard Brexit, ma se ciò dovesse accadere il risultato sarebbe che il Regno Unito diventerebbe a tutti gli effetti un Paese terzo per l’Unione europea e i britannici non potrebbero più utilizzare le corsie preferenziali al controllo passaporti. I documenti verranno analizzati con cura, saranno controllate le destinazioni precedenti e i viaggiatori potrebbero essere interrogati sulla durata e sullo scopo del soggiorno e sulla disponibilità di denaro. “Un semplice controllo durerà almeno un minuto. E così per ognuno. Quando si atterra al Tegel di Berlino con un volo dalla Gran Bretagna ci sono solo due file per il controllo passaporti: quella per i cittadini europei e quella per i non europei. Con un No-Deal i britannici finirebbero in quella dei cittadini non europei e impiegherebbero almeno tre ore per un semplice controllo”.
Jenkins non parla di possibilità ma di “realtà”: “Lo scenario reale è che nelle prime 24 ore si accumuleranno 24 ore di ritardi al controllo passaporti che si protrarranno per giorni”.
Jack Ezon, fondatore di Embark Beyond Travel, membro della rete internazionale di agenzie di viaggio Virtuoso, sostiene che i suoi facoltosi clienti continueranno a viaggiare su Londra, accordo o non accordo. Ma con un’eccezione: i disordini nelle strade. Secondo Ezon, questo è l’unico elemento che potrebbe incidere sul flusso di viaggiatori, proprio come sta accadendo a Hong Kong. “E’ una meta di business, ma ora che le proteste sono in corso gli uomini d’affari preferiscono incontrarsi nella Cina continentale”.