Roma - A poche ore dal pronunciamento del popolo britannico su Brexit, a Palazzo Chigi e' gia' convocata una riunione d'emergenza per fare il punto su quel che l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea puo' significare. Una 'sala situazione' composta da Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Pier Calro Padoan e il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, tra gli altri. Perche' la giornata e', come dira' poi il presidente del consiglio, "senza precedenti" e le conseguenze sono imponderabili. Di certo,la Brexit e' l'effetto piu' evidente dell'ondata populista che l'Europa e non solo (si veda il successo di Donald Trump tra i repubblicani americani) si trova ad affrontare. E per fare in modo che non si trasformi in uno tsunami il presidente del consiglio e' determinato a "porre un argine", come spiega nel pomeriggio ai presidenti delle commissioni Esteri di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Pier Ferdinando Casini. Presente, nell'occasione, anche Angelino Alfano, ministro dell'Interno ma anche esponetne di spicco del Ppe. L'idea di Renzi e' quella di crare un asse tra i due maggiori partiti europei, Pse e Ppe, forse anche un coordinamento, capace di produrre iniziative per fronteggiare l'ormai vasto fronte anti europeista, impersonato da Farage e Le Pen.
In questa chiave e' possibile leggere anche la cena di lavoro che Renzi terra' domani a Parigi assieme al presidente Francoise Hollande. Un incontro che apparirebbe ridondante visto il vertice tra i due e Angela Merkel fissato per lunedi'. Ma che si puo' spiegare, appunto, come un primo giro d'orizzonte tra i due piu' rappresentativi leader del Pse in Europa, in vista del vertice con la cancelliera, leader di riferimento del Ppe. Che l'uscita della Gran Bretagna possa rappresentare un precedente pericoloso non sfugge a nessuno. Cosi' come non sfugge al presidente Renzi e ai suoi interlocutori che il tallone d'Achille dell'Unione e' stato, in questi anni, l'eccessiva attenzione alle regole e la poca predisposizione a fare un investimento sui valori europei. Per questo, parlando nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi alla stampa, il premier si preoccupa, da un lato, di tranquillizzare i mercati finanziari e i risparmiatori, dall'altra richiama l'Europa stessa, "una casa che ha bisogno di essere ristrutturata, rinfrescata", alla sua vocazione primigenia: "Il mondo che verra' ha bisogno dell'Europa del coraggio, della cultuira, della libreta', della democrazia. Il mondo che verra' avra' bisogno dell'Europa dell'Umanesimo che ha segnato la storia. La pace e' stata sempre possibile grazie all'unione e non alla separazione. Questa istituzione e' riuscita a mettere la parola fine ad anni e anni di guerre".
Intanto, pero', i mercati fibrillano, Milano fa registrare perdite peggiori di quelle del post 9/11 e Renzi prova a gettare acqua sul fuoco. Renzi esorta ad usare quella "forza calma che in un momento non semplice puo' vedere l'Europa tornare protagonista". D'altra parte, aggiunge, il Vecchio Continente ha dato prova in passato di "tirare fuori il meglio di se' nei momenti piu' difficili. Le istituzioni europee - ha aggiunto - hanno tutti gli strumenti per garantire con qualsiasi mezzo la stabilita' e la sicurezza dei risparmiatori". Insomma, incassato lo 'schiaffo', e' il momento di rimettersi al lavoro per arrivare alle celebrazioni del 25 marzo 2017, quelle dei sessanta anni dai primi trattati europei che si terranno a Roma, con una Europa rinvigorita. "Arriveremo all'appuntamento del 25 marzo con la consapevolezza e la convizione che l'Europa nei momenti di difficolta' tira fuori il meglio di se' stessa". (AGI) Mol