Per la prima volta dall'arrivo di Boris Johnson a Downing Street, l'Unione Europea sembra nutrire una speranza, anche se minima, di chiudere un accordo con l'attuale primo ministro britannico per la Brexit. A Bruxelles, a sei giorni da un Consiglio Europeo cruciale e a meno di tre settimane dalla data d'uscita del Regno Unito, gli Stati membri dell'Ue a 27 oggi hanno dato mandato al capo-negoziatore Michel Barnier di intensificare le discussioni su un compromesso che potrebbe essere raggiunto già la prossima settimana.
Dall'altra parte della Manica, Johnson non ha escluso che l'Irlanda del Nord possa restare nell'unione doganale, oltre che nel mercato unico, dell'Ue. Il premier Tory, sostenitore della Brexit a qualsiasi costo, sarebbe pronto una concessione maggiore: accettare il 'backstop' solo per l'Irlanda del Nord, che era stato proposto per la prima volta dall'Ue nel 2017 al governo di Theresa May, salvo essere rigettato dall'ala dura dei conservatori 'Brexiteer' e dal Partito democratico unionista nordirlandese, che hanno sostenuto Johnson nella scalata a Downing Street.
In cambio, l'Ue potrebbe fare una concessione sulla durata del 'backstop', lasciando al Parlamento di Belfast la possibilità di uscirne con il consenso di unionisti e nazionalisti. La strada verso la possibile svolta è stata preparata nell'incontro di ieri tra il premier irlandese, Leo Varadkar, e lo stesso Johnson. Questa mattina Barnier ha incontrato il ministro britannico, Steve Barclay. Per una volta, le foto dell'incontro mostrano due negoziatori sorridenti.
"Stiamo intensificando le discussioni tecniche con il Regno Unito con spirito costruttivo", ha detto Barnier dopo una riunione con gli ambasciatori dei 27: "l'Ue farà tutto ciò che può per un accordo". I mercati ci credono: la sterlina vola al massimo degli ultimi cinque mesi sull'euro e le borse chiudono in positivo.
We are intensifying technical discussions with #UK over the coming days, in a constructive spirit. I will continue to debrief @Europarl_EN & Member States. The will do everything it can for an agreement, fully in line with our principles. #Brexit pic.twitter.com/F6eYvPbt6D
— Michel Barnier (@MichelBarnier) October 11, 2019
A porte chiuse, Barnier avrebbe spiegato agli ambasciatori Ue che Johnson ha spostato le sue linee rosse sul 'backstop' irlandese. In particolare, Londra avrebbe accettato il principio di non avere frontiere doganali tra Irlanda e Irlanda del Nord, spostando i controlli all'interno del Regno Unito. "Ci sono elementi che permettono al team di negoziatori di continuare gli sforzi per cercare un esito positivo", ha spiegato una fonte Ue: "le trattative andranno avanti nel fine settimana" e "lavoreremo fino al Consiglio europeo. Speriamo di trovare un accordo entro quel momento".
A Bruxelles i negoziatori europei rimangono comunque prudenti sull'esito positivo dei negoziati con il Regno Unito. Gli ambasciatori sono cauti nell'usare l'espressione "tunnel" per le trattative del fine settimana, perche' nel gergo dei tavoli su Brexit significa che c'e' una luce in fondo alla galleria. "Ci sono ancora molte questioni da discutere", spiega la fonte Ue. Un altro diplomatico sottolinea che "le aspettative sono realistiche" ma "non c'e' nulla ancora in tasca".
We need to #GetBrexitDone pic.twitter.com/3WMQQzYJE9
— Boris Johnson (@BorisJohnson) October 11, 2019
A Parigi il presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto di voler "aspettare le prossime ore" prima di parlare di possibile accordo. Come era già accaduto a Theresa May, Johnson deve negoziare su due tavoli: ogni concessione a Bruxelles, in particolare sull'Irlanda del Nord, rischia di andare incontro all'opposizione dei falchi Brexiteer del suo partito e a quella del Partito democratico unionista nordirlandese. Ma, se il premier vuole davvero un accordo con l'Ue prima del 31 ottobre, il tempo stringe.
Barnier resterà in contatto con i 27 durante il fine settimana. Lunedì riferirà agli ambasciatori e al comitato del Parlamento sull'esito delle discussioni dei prossimi due giorni. Martedì a Lussemburgo si riuniranno i ministri per gli Affari europei con una sessione speciale dedicata alla Brexit.
Giovedì e venerdì l'appuntamento decisivo, quando la palla Brexit passerà ai capi di Stato e di governo dell'Ue. Di qui ad allora vanno negoziati e preparati i testi legali. Johnson deve fare i conti anche con il "Benn Act", la legge anti no-deal approvata dalla Camera dei Comuni che gli imporrebbe di chiedere una proroga oltre il 31 ottobre se non riuscirà a portare a casa un accordo entro il 19 ottobre. Per non usare l'espressione "Tunnel", Barnier preferisce un'altra metafora: "la Brexit è come scalare una montagna. Serve attenzione, determinazione e pazienza".