Londra - Una impresa britannica su cinque e' pronta a trasferire parte delle sue attivita' dal Regno Unito ad altri paesi dopo il referendum sulla Brexit. E' quanto emerge da un sondaggio dell'Iod, l'istituto di direttori di impresa, federazione che riunisce numerosi imprenditori britannici. Secondo il sondaggio, condotto su circa un migliaio di aderenti, il 64% dei dirigenti d'impresa ritiene che l'uscita del Regno Unito dalla Ue "sara' negativa per la propria attivita'", il 24% considera la possibilita' di congelare il proprio business, mentre il 22% sta valutando di delocalizzare parte della propria attivita'.
"La maggioranza delle imprese ritiene che il Brexit sara' negativo e di colpo i progetti di investimenti si vedono paralizzati", ha detto Simon Walker, direttore generale dell'Istituto. Intanto, la prospettiva di Brexit ha gia' fatto una prima 'vittima' nel settore immobiliare. La rete di agenzie immobiliari Foxtons, quotata alla borsa di Londra, ha annunciato che i risultati del secondo semestre dell'anno saranno certamente inferiori alle attese. "Anche se e' troppo presto per prevedere con esattezza come reagira' il mercato immobiliare londinese - ha fatto sapere la societa' che l'anno scorso ha fatturato 181 milioni di euro - la crescita che ci aspettavamo e' al momento difficilmente realizzabile". (AGI)