È sempre di più un giallo nel giallo il "colpo del secolo" nel castello di Dresda, dalla cui sala della 'Volta verde' lo scorso 25 novembre degli sconosciuti erano riusciti a rubare gioielli e preziosi dal valore definito "inestimabile". Ora gli inquirenti si stanno interrogando sulla misteriosa offerta della vendita di due dei gioielli di maggior pregio della leggendaria collezione di Augusto il Forte ad una società di sicurezza israeliana.
Come riferisce la Bild Zeitung, è Zvika Nave, direttore commerciale della suddetta compagnia, la Cgi, ad affermare che degli sconosciuti avrebbero inviato una serie di e-mail nelle quali si offre la "vendita" dell'opera Aquila Bianca, ossia la medaglia a forma di stella dell'omonimo ordine polacco, nonchè del Bianco Sassone, un diamante da 50 carati acquistato nel 1728 dal medesimo Augusto il Forte da un gioielliere di Amburgo insieme al celebre "Diamante verde di Dresda", anch'esso conservato nella 'Volta Verde'.
Per questi soli due pezzi i malviventi chiedono 9 milioni di euro. Non solo: la società israeliana sostiene di esser stata incaricata valutare le misure di sicurezza prese nella "stanza delle meraviglie" nella quale vengono conservati i tesori di Augusto il Forte, una delle maggiori attrazioni culturali e turistiche della Sassonia. Aggiunge il dottor Neva che chi ha spedito le mail avrebbe chiesto il pagamento in bitcoin, aggiungendo che l'indirizzo dal quale è stata spedita non è tracciabile, dato che sono state utilizzati diversi codici criptati.
In tutto la società avrebbe ricevuto 7 mail dagli sconosciuti, la prima delle quali sarebbe arrivata la settimana scorsa. "Tutte le informazioni da noi ricevute ovviamente sono state subito inoltrate in tempo reale agli inquirenti", ha aggiunto il direttore commerciale della Cgi.
Ma le cose sono ancora più complesse, se possibile. Infatti, l'Associazione delle collezioni d'arte statali (Skd) si dice "sorpresa" della notizia della presunta offerta. "Non siamo a conoscenza della vicenda", afferma il portavoce dell'Skd Stephan Adam, citato da alcuni media tedeschi. "E non siamo stati noi ad avere incaricato la società israeliana a compiere delle indagini".
Peraltro, la Skd precisa anche di non esser mai stata contattata dalla Cgi. Da parte sua il procuratore capo di Dresda, Lorenz Haase, interpellato dalla Bild, spiega "che non vi sono novità rilevanti da comunicare". Il "colpo del secolo", come è stato definito, aveva fatto il giro delle prime pagine dei giornali in tutto il mondo. Nonostante una vasta caccia all'uomo ed una speciale commissione d'inchiesta forte di ben 20 investigatori, dei ladri ad un mese e mezzo di distanza non c'è ancora alcuna traccia, a parte la 'pista israeliana' che si è appena aperta.
E questo nonostante che agli inquirenti siano giunte oltre 1100 segnalazioni in merito al furto, ognuna delle quali è stata passata al setaccio dalla commissione. Quella dell'offerta alla società israeliana non è l'unica stranezza in questa storia: il mese scorso un misterioso mecenate aveva offerto una ricompensa di 1,3 milioni di euro se i ladri restituiranno il tesoro sottratto.
Nella fattispecie, era stato un detective privato a dichiarare in un video che un "mecenate d'arte" attivo nel mercato di lingua tedesca ma deciso a non rivelare la propria identità avesse messo a disposizione la cifra suddetta per far sì che il tesoro "non venga smembrato e che ritrovi il suo posto" nella 'Volta verde' del castello. Solo nel caso che l'iniziativa abbia successo l'uomo rivelerà la sua identità, aveva aggiunto detto il detective. Il timore degli esperti è che i gioielli sottratti vengano "spezzettati" per poter essere messi in vendita sul mercato illegale con maggiore facilità.
Il furto del secolo
Il colpo commesso all'alba del 25 novembre aveva fatto il giro delle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Due sconosciuti (ma pare vi fossero due complici all'esterno del castello) erano penetrati nella stanza dei tesori attraverso una piccola finestra e con un'ascia avevano distrutto una vetrina con i gioielli più preziosi della mitica collezione conservata nella "Volta verde" fatta costruire da Augusto il Forte tra il 1723 e il 1730, per poi fuggire senza troppi problemi su un'automobile poi data alle fiamme in un garage sotterraneo.
Poco prima del colpo, era stata fatta saltare una centralina elettrica che si trova sotto un ponte vicino, con l'effetto che era rimasta al buio tutta la via d'accesso al castello. "Non lasceremo niente di intentato per risolvere il caso", aveva dichiarato il presidente della polizia del Land sassone, Horst Kretzschmer, mentre i responsabili dei musei di Dresda avevano parlato di un "danno incalcolabile": tanto che le autorità erano arrivati a mettere sul piatto una ricompensa di 500 mila euro a chi fosse in grado di dare notizie capaci di contribuire a fare catturare la banda.
Il furto di Dresda è stato uno choc per la Sassonia e per la Germania. La 'Volta verde' dal giorno del furto è ancora chiusa al pubblico: non è stato ancora stabilito quando riaprirà i battenti. Il castello di Dresda viene sorvegliato giorno e notte: all'esterno stazionano i blindati di una compagnia privata di security. Complessivamente è stato rafforzato il personale di sorveglianza del castello, anche se numeri precisi "non vengono resi noti per motivi di sicurezza". Il mistero continua.