L’ultimo test nucleare realizzato da Pyongyang è stato il più devastante. Ha prodotto un terremoto di magnitudo 6.3 a 10 chilometri di profondità. Forse una reazione chimica non controllata (per ora smentita). Una escalation della tensione con la comunità internazionale e con gli Usa in particolare (il presidente Donald Trump non ha ancora parlato di questo ultimo episodio), dai confini potenzialmente definitivi. Insomma, una reazione non più soltanto diplomatica è vicina. Il test nucleare presentato direttamente dal dittatore Kim Jong-un non è stato soltanto il sesto in 11 anni, ma ha alzato ancora il livello di allarme mondiale: perché è stata fatta esplodere una bomba all’idrogeno, dieci volte più potente di quella nucleare di Hiroshima. “Il balzo dei sismografi - scrive La Stampa - ha immediatamente fatto scattare lo stato di allerta militare nel Pacifico. Il tremore era stato confermato dalle agenzie sismiche cinesi e statunitensi e sarebbe avvenuto prima di mezzogiorno ora locale, le 5 del mattino in Italia, con una consequenzialità immediata dall’annuncio avvenuto poche ore prima del completamento di una nuova arma nucleare da parte della Corea del Nord”.
Il sesto test nucleare
Scrive Guido Santevecchi sul Corriere della Sera: “Si tratta dell’esperimento nucleare numero 6 condotto dai nordcoreani, il più potente nella loro corsa alle armi di distruzione di massa. Un anno fa, il 9 settembre, il sisma era stato di 5.3 gradi Richter; il precedente del 6 gennaio 2016 aveva originato un movimento sotterraneo di 5.1 gradi; il primo nel 2006 si era fermato a 3.9. Una progressione continua, da quel primo test del 2006, allora snobbato perché arretrato di decenni rispetto alla tecnologia bellica sviluppata dalle grandi potenze (Usa e Russia). Ma un test alla volta la potenza distruttiva della ‘Bomba’ nordcoreana è cresciuta enormemente, moltiplicandosi per decine di volte. Secondo i primi commenti degli analisti, Kim Jong-un ora dispone di un ordigno ‘dieci o quindici volte più potente di quello dell’ultimo test’: già quello aveva la stessa forza d’impatto devastante dell’atomica sganciata dagli americani su Hiroshima nel 1945. Ci vorranno settimane, mesi di studio e di incrocio dei dati tra istituti geologici, centri nucleari, comandi militari, sale per riunioni d’emergenza dei governi, per valutare con esattezza la potenza di questa esplosione, la sua natura (bomba all’idrogeno o ancora ‘semplice’ atomica).
Cosa è la bomba a idrogeno
Il quotidiano La Stampa ha intervistato Roberto Piovan, membro consorzio RFX-CNR di Padova per le ricerche sulla fusione per utilizzi pacifici “È un’arma che si basa sul principio della fusione. Si fondono gli atomi di elementi leggeri dell’idrogeno, come il deuterio e il trizio, generando elio e neutroni. Questo processo è lo stesso che si osserva nelle stelle. L’innesco avviene a temperature molto alte ed è per questo che è necessaria una tecnologia molto sofisticata. Non a caso le bombe sperimentate negli anni 50 utilizzarono una bomba atomica, sul tipo di quella di Hiroshima e Nagasaki, che scatena un processo di fissione dell’atomo, in genere di uranio”. Per Piovan questa bomba è “decine o centinaia di volte di più di una bomba atomica. L’unità di misura è il megaton. I neutroni generati dall’esplosione sono alla base delle fortissime radiazioni, con effetti devastanti sugli oggetti e letali sugli esseri viventi”.
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Verifiche in corso sulle dichiarazioni di Kim
Già poche ore prima Pyongyang ha affermato di essere riuscita a miniaturizzare una testata nucleare di altissimo potenziale distruttivo in modo da poterla montare su un missile balistico. Scrive Il Sole 24 Ore: “I media del regime hanno anche rilasciato una foto del leader Kim Jong-un davanti a quella che è stata definita come una nuova bomba all'idrogeno in grado di poter esser fatta esplodere anche a grandi altitudini. “Tutti i componenti della Bomba H sono stati realizzati da noi”, ha dichiarato Kim, aggiungendo che ora il Paese è in grado di produrre tutte le potenti armi atomiche che vuole. Impossibile la verifica immediata della veridicità dell'asserzione sulle capacità di miniaturizzazione già raggiunte, ma certo anche i più' scettici riconoscono che ormai si tratterebbe solo di una questione di tempo”.
Una sfida agli Usa e alla Cina
Certo, questo ultimo dirompente test nucleare è anche una sfida a Pechino, che in questa crisi ha mantenuto sempre un profilo defilato. Kim Jung vuole ‘stanare’ Xi Jinping e costringerlo a prendere una posizione nella nuova guerra fredda (stamattina è arrivata una ferma condanna dal ministro degli esteri), e a rinunciare al suo atteggiamento 'terzo'. Scrive ancora il Corriere: “Il sisma è stato sentito anche in Cina: le sirene sono scattate nella città di Yanji, vicina al confine nordcoreano. E non è stato avvertito solo al confine dove le onde si sono propagate, ma fino a Xiamen nel lontano Fujian, dove Xi Jinping stava inaugurando il vertice dei Paesi Brics, con il presidente russo Putin e il premier indiano Modi. L’esplosione nucleare ordinata da Kim è sicuramente anche un segnale di sfida alla Cina, considerata per decenni la grande protettrice del regime dei Kim. Anche a maggio Kim aveva rovinato un grande appuntamento internazionale organizzato a Pechino (il summit per la nuova Via della Seta) con il lancio di un missile nuovo, che si era innalzato per oltre 2 mila chilometri prima di ricadere verso l’oceano. Xi Jinping non ha mai incontrato il giovane Kim, si dice che lo disprezzi, ma finora la Nord Corea è stata utile alla strategia cinese per tenere a distanza dal suo confine le forze americane schierate in Sud Corea. Ora però, tutto è in movimento e i rapporti tra grande protettore cinese e piccolo cliente nordcoreano si sono fatti indubbiamente tesi”.
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