Jair Bolsonaro ha conquistato la presidenza del Brasile con circa 11 milioni di voti in più del rivale progressista Fernando Haddad e ha incassato le congratulazioni da Donald Trump a Vladimir Putin, da Matteo Salvini a Marine Le Pen. Esulta per la vittoria del leader populista anche Steve Bannon, il guru dei sovranisti che secondo più voci lo avrebbe aiutato nella campagna elettorale.
"Senza dubbio fa parte di quell'onda", ha dichiarato l'ex stratega di Trump, dando a Bolsonaro il benvenuto nel club dei leader nazionalisti. Bolsonaro guiderà il Brasile con un mandato che potrebbe radicalmente cambiare il futuro della quarta più grande democrazia al mondo. 63 anni, ex ufficiale dei paracadutisti, ha vinto il ballottaggio con il 55,42% dei voti, contro l'erede politico dell'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, Haddad (fermatosi al 44.58%), spazzando via 13 anni di governo della sinistra. Al primo turno delle elezioni aveva ottenuto il 46%, contro il 29,3% di Haddad.
Il generale in pensione Hamilton Mourao, che nei suoi comizi elettorali ha elogiato la dittatura militare, sarà il vice presidente. Bolsonaro è atteso domani a Brasilia per avviare il processo del passaggio di consegne, che culminerà con la cerimonia d'insediamento il primo gennaio.
La sua agenda prevede incontri con l'impopolare presidente uscente Michel Temer - precipitato ad appena il 2% dei consensi - come anche con il capo della Corte Suprema e i vertici dell'esercito. Il presidente eletto ha per ora confermato solo tre dei suoi futuri ministri, come riporta il quotidiano O Globo: Paulo Guedes, economista, alle Finanze; il generale Augusto Heleno alla Difesa e il deputato federale Onyx Lorenzoni alla Casa Civil, un superministero a cui spetta il coordinamento dell'attività di governo. Dopo una campagna al vetriolo, che ha lasciato un Brasile profondamente polarizzato, il Paese è ansioso di vedere in cosa si concretizzeà la presidenza Bolsonaro.
Come ha fatto a vincere Boolsonaro
Nello Stato-continente ricco di materie prime, teatro di 60 mila omicidi l'anno, afflitto da corruzione endemica e alla prese con un marasma economico, il successo di questo politico controverso viene letto come il "sintomo" delle crisi che affossano il Brasile dalla fine del regno del Partito dei lavoratori, con la destituzione nel 2016 dell'ex presidente Dilma Rousseff.
Così il leader populista, deputato da 27 anni, razzista, omofobo, misogino e anti-ambientalista ha saputo cavalcare l'onda dell'esasperazione del popolo brasiliano, con un programma che promette il ritorno all'ordine - anche grazie alla liberalizzazione del porto d'armi - la demolizione di un establishment fallimentare, la lotta alla corruzione, una vasta "epurazione dei rossi", il carcere o l'esilio per gli oppositori, che vuole far "marcire in prigione".
Haddad ha vinto nel nord-est del Brasile, dove il Partito dei Lavoratori ha una vasta base di consensi, Bolsonaro ha conquistato praticamente tutte le altre zone, godendo dell'appoggio del vasto elettorato cristiano evangelico, favorevole ad alcune delle sue proposte più controverse, come l'eliminazione dell'educazione sessuale a scuola e la negazione dei diritti civili agli omosessuali. S
econdo i sondaggi pre-elettorali, il 25% di chi appoggia Bolsonaro lo fa non perché ne ammira le politiche, ma per la determinazione che ha dimostrato nel voler punire il Partito dei lavoratori, per i numerosi anni di malgoverno, la fallimentare lotta alla corruzione e il coinvolgimento dei suoi capi in numerosi processi.
Bolsonaro non vice a destra, vince sulla vecchia politica
Non si tratta quindi, di una questione di destra o sinistra, ma del rigetto complessivo della "vecchia politica". La candidatura di Bolsonaro ha beneficiato di un altro fenomeno, registrato in diverse consultazioni popolari a livello mondiale, fa notare il Guardian: la preferenza degli elettorali per un 'outsider', che sfidi l'establishment e lo status quo.
La retorica razzista e misogina del nuovo presidente ha, però, messo a disagio molti brasiliani, i quali temono una minaccia per le istituzioni democratiche del Paese e sono allarmati dalle profonde divisioni nell'opinione pubblica, che si riflettono in spaccature anche all'interno della stessa famiglia. Il vice premier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, da subito sostenitore di Bolsonaro, su Twitter è stato tra i primi a congratularsi:
"Anche in Brasile i cittadini hanno mandato a casa la sinistra! Buon lavoro al Presidente Bolsonaro, l'amicizia fra i nostri Popoli e i nostri Governi sarà ancora più forte!!".
Il leader leghista ha poi annunciato di volere chiedere l'estradizione del "terrorista rosso" Cesare Battisti, finora sempre rifiutata dal Brasile. Il figlio di Bolsonaro, Eduardo, gli ha risposto prontamente: "Il regalo è in arrivo! Grazie per il supporto, la destra diventa più forte". Le congratulazioni del leader statunitense, Donald Trump - di cui il futuro presidente brasiliano è un fiero sostenitore - sono arrivate per telefono.
L'avanzata della destra è un fenomeno globale
"I due uomini hanno espresso il loro forte impegno per lavorare insieme per migliorare la vita degli abitanti degli Usa e del Brasile e, in quanto leader regionali, delle Americhe", ha fatto sapere la portavoce Sarah Sanders. Auguri di "buona fortuna" al presidente eletto sono stati inviati via Twitter anche da Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Rassemblement National (RN, l'ex Front National), la quale ha colto l'occasione per attaccare la sinistra che finora ha governato il Paese sudamericano.
"I brasiliani - ha twittato - hanno punito la corruzione dilagante e la terrificante criminalità, che hanno prosperato sotto i governi di estrema sinistra". Misurate le congratulazioni del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron: "La Francia e il Brasile hanno una partnership strategica attorno a valori comuni di rispetto e di promozione dei principi democratici. è nel rispetto di questi valori che la Francia auspica di proseguire la sua cooperazione con il Brasile", si legge in un comunicato dell'Eliseo.
Oltre ai vari leader sudamericani - tra cui il venezuelano Nicolas Maduro, il quale ha chiesto a di riprendere "le relazioni diplomatiche di rispetto" tra le due nazioni, e il presidente argentino Maurico Macri, che ha auspicato una collaborazione per il "benessere" di entrambi i popoli - anche Cina e Russia hanno fatto gli auguri a Bolsonaro.
Il Cremlino ha auspicato che la "cooperazione continui", mentre il ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato di contare su "nuovi esiti" per lo sviluppo nazionale del Brasile, per cui la Repubblica popolare è il primo partner commerciale e prima fonte di investimenti. In campagna elettorale, Bolsonaro ha in più occasioni attaccato la Cina, accusandola di volere "comprare il Brasile" e di essere un predatore economico. Bolsonaro sarà il primo presidente con un passato nelle forze armate dalla fine del dittatura militare in Brasile (1964-1985), regime che lui stesso ha più volte lodato pubblicamente.
Nel suo primo discorso dopo la vittoria, ha promesso di rispettare i principi democratici, ma di voler cambiare la direzione del Paese.