Il 15 gennaio ed il 5 febbraio 2019 sono falliti due tentativi dell’Iran di collocare dei satelliti in orbita: i due fallimenti consecutivi decisamente insoliti (Teheran era riuscito in diversi lanci in passato) ed un resoconto del New York Times sull’esistenza di un programma di sabotaggio, hanno fatto venire dei dubbi: gli Usa sono riusciti a sabotare il programma spaziale iraniano?
La mezza conferma del ministro degli esteri
Il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, è stato il primo ad ammetterlo tra le autorità di Teheran: è possibile che gli Stati Uniti siano davvero riusciti a sabotare il programma spaziale dell’Iran.
Il capo della diplomazia iraniana, intervistato dalla rete americana NBC, ha affermato che è stata avviata un’indagine per capire come sia possibile che entrambi i lanci di questi ultimi mesi siano falliti. In entrambi, colpisce questo, il fallimento è avvenuto per via di un malfunzionamento del missile vettore che doveva collocare i satelliti in orbita.
Il resoconto del New York Times
Il New York Times ha rivelato che dai tempi del presidente George W. Bush, gli Usa finanziano un piano di sabotaggio ai danni del programma missilistico iraniano. Secondo il quotidiano, il piano è stato portato avanti pure dall’amministrazione Obama, ma con l’avvento di Trump, ha ricevuto maggiori fondi.
Secondo il resoconto, l’obiettivo è quello di fornire l’industria aerospaziale iraniana con pezzi di ricambio e sistemi malfunzionanti e difettosi, naturalmente senza far comprendere agli iraniani che si tratti di pezzi manomessi provenienti dagli Usa.
Un programma scientifico in pericolo
Le attività spaziali dell’Iran sono iniziate alla fine degli anni ’90 soprattutto negli atenei Amir Kabir University of Technology (o politecnico di Teheran) e presso la Sharif University, sempre nella capitale.
Nel 2009, l’Iran è riuscito a inviare nello spazio con un vettore tutto suo (Safir o ambasciatore) il satellite Omid (Speranza), da una rampa di lancio spaziale nazionale realizzata nei deserti della regione del Semnan.
Da allora diversi lanci sono stati effettuati con successo; fino al 2013 è andato avanti con impeto anche il programma per inviare un uomo nello spazio, fermatosi in quell’anno per mancanza di fondi (nel 2013 l’Iran inviò nello spazio per due volte delle scimmie riuscendo a riportarle vive sulla terra, simulando il volo di un astronauta).
Dal 2018 l’Iran ha ripreso (non col vigore degli anni precedenti), il suo programma spaziale, ma gli ultimi flop hanno portato ad una media del 67% i fallimenti dei lanci, a fronte di una media mondiale del 5%. Il 7 febbraio 2019, un’esplosione verificatasi in un centro di ricerche spaziali a Teheran ha portato alla morte di 3 ricercatori; anche lì, si è parlato di sistemi difettosi.
Insomma, non si ha la certezza, ma a Teheran iniziano ad aver dubbi sul fatto che il sabotaggio americano ci sia sul serio.