No: il problema non è l’Italia ma l’Europa. Gobee.bike era stata tra le prime aziende del bike sharing asiatiche a sbarcare nel Vecchio Continente e oggi è la prima ad andarsene per i troppi furti e atti vandalici. Dopo l’annuncio della ritirata da Firenze, Torino e Roma a partire dal 15 febbraio, la settimana scorsa la start-up di Hong Kong ha comunicato la fine del servizio per le bici ‘verdi’ anche in Francia, preannunciato dal recente ritiro da alcune città come Lille e Reims e la belga Bruxelles. L’amarissimo comunicato con cui la società ha reso nota una decisione che non prelude ripensamenti, ricalca grosso modo il testo rivolto il mese scorso alla clientela italiana. “È con infinita tristezza – recita la nota - che annunciamo ufficialmente la cessazione del servizio offerto da Gobee.bike in Francia a partire dal 24 febbraio 2018”.
"Colpa dei vandali minorenni"
Solo a Parigi circolano duemila ‘bici verdi’ e ben 150mila in tutto il territorio francese. La società se la prende con bande di giovanissimi vandali: “Nei mesi di dicembre e di gennaio, la distruzione di massa della nostra flotta è diventata il nuovo passatempo di alcuni minorenni. E’ stato difficile realizzare come alcuni individui possano rovinare un progetto così bello e promettente. Non abbiamo avuto altra scelta che chiudere”. Più di un migliaio le bici rubate e circa 3.400 quelle danneggiate. Il sistema – come per il car sharing – si attiva scaricando un app sullo smartphone, che permette di individuare la bicicletta più vicina alla propria posizione grazie a un servizio di geolocalizzazione, e di noleggiarla strisciando un codice a barre che sblocca il lucchetto. Il cliente versa un deposito, che per le ‘bici verdi’ ha un costo di 15 euro, mentre il noleggio si paga 50 centesimi all’ora.
Campo libero ai due giganti del bike sharing Mobike e Ofo
Gobee lascia così terreno libero ai tre maggiori concorrenti asiatici: la start-up di Singapore oBike e il duopolio cinese Mobike-Ofo. Mobike, finanziato da Tencent, e Ofo, finanziato da Alibaba, sono i due giganti del bike sharing dalla cui possibile fusione potrebbe nascere un gruppo di oltre quattro miliardi di dollari. Con le loro biciclette, rispettivamente, grigio-arancio e giallo, hanno conquistato anche le città italiane.
Dietro all’invasione del mercato europeo da parte delle aziende del bike-sharing cinesi, si cela la forte spinta a puntellare un mercato promettente, dove l’8% della popolazione va in bicicletta - stando ai dati forniti dalla Commissione Europea -, in fuga da un mercato invece saturo, quello cinese, dove a causa di una competizione stringente alcune start-up, come di recente Bluegogo, hanno dovuto chiudere i battenti, un episodio che gli analisti hanno letto come il segnale di una bolla dei finanziamenti pronta a scoppiare.
Come fa Mobike a difendersi da furti e atti vandalici
Niccolo Panozzo della Federazione dei Ciclisti Europei ha spiegato al Financial Times che episodi di furti e vandalismo costituiscono un “problema comune a tutti gli operatori”, anche per una forte componente culturale. Una storia arcinota. Più di 50 anni fa a farne le spese nella città dei tulipani fu la Amsterdam’s Witte Fietsen con le sue bici bianche, costretta a chiudere i battenti nel giro di pochissimi giorni dopo che alcune biciclette furono rubate e gettate nei canali. Stessa sorte tocca oggi alle bici di Mobike a Manchester, la città che dà maggiori grattacapi al colosso cinese, il quale si difende rafforzando le misure anti-furto. Come? Ingaggiando un esercito di addetti alla sicurezza che monitora costantemente le bici in giro per le città, un servizio che secondo Panozzo rappresenta il 30% dei costi.
“La situazione di Mobike è diversa da quella di Gobee”, spiega all’Agi Steve Milton, direttore della comunicazione di Mobike in Europa. “Le nostre bici - ha aggiunto - sono più robuste di quelle di altre società del bike-sharing. Inoltre il nostro team composto da operatori professionisti gestisce la flotta di bici nelle città europee in modo proattivo”.
Ladri di biciclette infestano le città cinesi
Le aziende del bike sharing asiatiche hanno sviluppato forti anticorpi: ladri di biciclette e vandali infestano da sempre il mercato cinese, tanto quanto il vizio globale dei clienti di parcheggiare le bici in modo irresponsabile. Wukong Bicycle è stata la prima start-up a chiudere dopo aver annunciato il furto del 90% delle sue biciclette nella città-provincia sudoccidentale di Chongqing a neanche sei mesi dalla messa in circolazione dei veicoli a due ruote. Sorgono così veri e propri cimiteri di bici in condivisione.
In questa giungla si vince a colpi di round di finanziamenti. Mobike e Ofo – che oggi vale almeno un miliardo di dollari - hanno dotato la propria flotta di sofisticati sistemi GPS che comunicano direttamente con i server della società.
"Gobee se ne va perché non regge la concorrenza di Mobike"
“Il vandalismo è solo una scusa, Gobee se ne va perché non regge il peso della concorrenza di Mobike, che presto ingloberà tutti i concorrenti”, dice all’Agi una fonte informata che preferisce restare anonima. Stupore tra gli internauti cinesi per il livello di inciviltà in Europa: “I francesi non erano più educati di noi?”, commenta un utente su Weibo, il twitter cinese. Un altro nota con un certo disgusto come il nome della start-up, Gobee, abbia la stessa pronuncia di un parolaccia cinese (狗逼)
L'insana abitudine dei milanesi di lasciare la bici in cortile
In Cina, se le bici vengono parcheggiate in luoghi non consoni, la società applica una multa di circa 100 yuan.Per risolvere il problema dei furti, sarebbe necessario multare i clienti anche in Italia. A Milano - per dire - molte persone hanno l'abitudine di parcheggiare la bici nel cortile di casa. Proprio nella capitale lombarda Mobike ha sbancato, insieme a Firenze, stando a quanto riferisce al Financial Times Chris Martin, capo dell’internazionalizzazione di Mobike, che tuttavia non ha fornito dettagli finanziari.
GoBee si sfila mentre i due giganti approcciano Parigi dove nei mesi scorsi hanno lanciato un periodo di prova. La sfida maggiore per Mobike-Ofo riguarderà le recenti difficoltà riscontrate dal sistema di bike sharing locale, Velib, che a causa di un cambio di gestione ha registrato diversi inconvenienti.
(Ha collaborato Wang Jing)