Alexandre Benalla è stato vicino al Grande Oriente di Francia, la più antica loggia massonica del Paese e la più potente in Europa continentale, e a quella dell’Emiro Abdel Kader, che porta il nome di un grande teologo musulmano per dimostrare che la massoneria non è ostile all’Islam. È un’altra delle rivelazioni sull’ex guardaspalle del presidente Emmanuel Macron giunta dal sito d’informazione ‘Explicite’, creato due anni fa da una cinquantina di giornalisti fuoriusciti dall’emittente “I-Tele” del gruppo Vivendi. La stessa fonte ha sottolineato che Benalla aveva relazioni in comune con la rete di contatti del ministro dell’Interno, Gerard Collomb.
Citando l’ex avvocato Karim Achoui, un altro sito d’informazione francese ‘Valeurs actuelles’ ha invece riferito che Benalla era “molto sensibile alla causa musulmana”. Dal 2013 al 2015 Benalla e l’avvocato che difendeva imputati degli ambienti islamici erano molto amici. Il legale è stato poi radiato dall’albo per “gravi carenze deontologiche”.
Una “promozione immorale”
Tornando sull’infanzia e all’adolescenza del 27enne Benalla, il quotidiano ‘Le Parisien’ ha ricordato che nato nelle banlieue, a Evreux (Eure), nel settembre 1991, l’ex addetto alla sicurezza di Macron di origine marocchina “ha cambiato nome per francesizzarsi”.
Un riservista che ha fatto il percorso formativo in gendarmeria con Benalla ha raccontato sotto anonimato alla stessa fonte che “già all’epoca voleva infiltrarsi negli ambienti politici per trarne vantaggi”, criticando una “promozione immorale al grado di luogotenente colonnello, ottenuta grazie all’Eliseo”.
Nel cuore del sistema di sicurezza
Riservista della gendarmeria dal 2009, lo scorso anno, a soli 26 anni, Benalla è entrato nel club esclusivo della “riserva operativa specializzata”, costituito da solo un centinaio di membri, alcuni dei quali si sono irritati per la sua “promozione express”, ha evidenziato il giornale ‘Le Point’. Su questo titolo controverso è chiamato ad esprimersi il generale dell’esercito Richard Lizurey, capo della gendarmeria, che, precisa ‘Le Point’, sarebbe soltanto “temporaneo”.
Crea ulteriore imbarazzo un'altra rivelazione di ‘Le Point’ che ha confermato che Benalla “è stato abilitato al titolo di segreto della difesa nazionale”. Un’abilitazione ottenuta nel giugno 2017, dopo un’inchiesta approfondita della Direzione generale della sicurezza interna (DGSI) “alla luce della sua ascendenza straniera, con un padre originario del Maghreb”. Per il quotidiano d’Oltralpe questo titolo costituisce “un’ulteriore prova dell’importanza della figura di Benalla nel dispositivo di sicurezza dell’Eliseo, in particolare per la sicurezza di Macron”.
A che servono le armi?
Nelle ultime ore è al centro delle polemiche anche il porto d’armi in possesso di Benalla. Un’autorizzazione rilasciata dalla prefettura di polizia di Parigi, su espressa richiesta dell’Eliseo, come riferito in audizione dal prefetto Michel Delpuech. Il ministro dell’Interno Gerard Collomb ha invece contestato l’autorizzazione in questione, che gli sarebbe stata comunicata solo una settimana fa. In quelle che vengono chiamate le ‘MacronLeaks’ rientra anche l’informazione di un tentativo di Benalla e di Vincent Crase – il dipendente di La Republique en Marche anch’esso formalmente indagato – di ordinare diverse armi per il movimento di Macron, ma la richiesta venne respinta.
Un unico cervello per tutte le braccia della sicurezza
Ancora sul versante delle armi e dello strapotere di Benalla all’Eliseo, domenica scorsa ‘Le Journal du Dimanche’ e ‘BFMTV’ hanno rivelato che il giovane ‘mister sicurezza’ di Macron era impegnato in un progetto di fusione tra i diversi servizi di sicurezza incaricati della protezione del presidente della Repubblica. Oltre all’equipe di elite – ‘Gruppo di sicurezza della presidenza della Repubblica’ – Macron faceva lavorare quella di Benalla. Tra le due squadre ci sarebbe una certa rivalità e il progetto in questione non era visto di buon occhio dal ministero dell’Interno.
All’altare con la privacy dei presidenti
Al capitolo della cronaca rosa, il sito d’informazione ‘Valeurs actuelles’ ha fatto notare che sulla presunta cerimonia prevista per sabato scorso al comune di Issy-les-Moulineaux per il matrimonio di Benalla con la fidanzata, Myriam B., non risultano pubblicazioni ufficiali. Un altro privilegio riservato soltanto a personalità di primaria importanza per ragioni di privacy, come accadde nel 2008 per il matrimonio tra l’ex presidente Nicolas Sarkozy e la cantante Carla Bruni, esentati dall’obbligo di pubblicazioni affisse in comune.