Vietato per i giornalisti della Bbc esprimere posizioni politiche troppo nette su Twitter: “Non c’è una differenza sostanziale tra i profili personali e quelli ufficiali dei social media”, spiega Fran Unsworth, direttore della struttura informativa della televisione britannica.
L’ingiunzione è giunta via email a tutti i dipendenti, con accanto un chiaro avvertimento. Chi viuola la nuova regola si espone a possibili sanzioni iterne.
Tutto nasce dopo che sono emersi, proprio su Twitter, numerosi e diffusi malumori da parte dei giornalisti della televisione pubblica del Regno Unito su come sia affrontato, nei dibattiti, il problema del porre ai minori la questione della tolleranza verso la comunità Lgbt.
Tra loro, scrive il Guardian, spicca Ben Thompson, conduttore della fascia del mattino, che ha espresso pubblicamente la sua indignazione perché su Question Time era stata lasciata formulare questa domanda: “È moralmente giusti che un bambino di cinque anni apprenda a scuola nozioni che riguardano la comunità Lgbt?”.
Tutti scontenti, tutti su Twitter
Alla formulazione del quesito si è arrivati dopo un lungo dibattito interno, aperto dalle proteste di una serie di telespettatori musulmani scontenti di come l’argomento “genere” veniva presentato pubblicamente.
Accontentati questi, si sono scontentati molti esponenti della newsroom della Bbc, con inevitabile ricaduta social e altrettanto inevitabile esposizione all’esterno di critiche tra colleghi I panni sporchi, si sa, è sempre meglio lavarli in famiglia.
Ma c’è anche dell’altro. Il fatto è che la Bbc, in questi giorni di clima avvelenato dalla questione della Brexit con conseguente surriscaldamento degli animi, è stata accusata di aver perso la sua tradizionale aura di imparzialità nell’esporre i problemi e le notizie.
Cosa cui non era certo abituata. Un motivo in più per evitare di trasmettere all’esterno le divisioni interne.