L'estradizione dell'ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac) Cesare Battisti dal Brasile all'Italia sembra aver compiuto un passo avanti. Il presidente Michel Temer ha revocato lo status di rifugiato - concesso dall'ex presidente Inacio Lula da Silva - e ha dato ordine di estradarlo in Italia sempre che, nel mentre, i giudici del Tribunale Supremo Federale non accettino la richiesta di 'habeas corpus' (si esprimano contro la limitazione delle libertà personali) chiesta dai suoi legali lo scorso 25 settembre quando il governo italiano ripresento la richiesta di estradizione. La decisione spetta ora al giudice Luiz Fux. Lo riferisce il quotidiano locale Jornal do Brasil.
Il giudice Fux deciderà sulla richiesta di habeas corpus in maniera monocratica, sottolinea il Jornal do Brasil. Nel 2009, invece, il Tribunale Supremo in seduta plenaria aveva concesso l'estradizione di Battisti ma lasciando l'ultima parola al potere politico e Lula, ultimo atto della sua presidenza nel 2010, bloccò tutto. Il 4 ottobre scorso Battisti era stato arrestato al confine con la Bolivia dove, secondo la polizia voleva scappare. Era stato formalmente fermato perche' in possesso di una somma di denaro (6.000 dollari e 3.000 euro) superiore al massimo consentito per attarversare la frontiera. L'8 ottobre un giudice ha accolto richiesta dei suoi legali di rilasciarlo. Ora l'ultimo sviluppo.
La difesa di Battisti, l'avvocato Igor Tamasauskas ha sostenuto che "non è più possibile revocare il decreto (dell'allora presidente Lula) perché non ci sono vizi (procedurali nel provvedimento, ndr)) come ha riconosciuto il Tribunale Supremo Federale. Confido che anche il presidente della Repubblica (Temer) professore di diritto costituzionale, rispetterà la legge brasiliana, ignorando le pressioni interne o esterne".
Il quotidiano Fohla de Sau Paulo spiega che Temer aspetta ora solo la decisione del giudice Fux sulla richiesta di 'habeas corpus' dei legali dell'ex terrorista condannato a 4 ergastoli in Italia per ordinare l'estradizioone di Battisti, dopo la revoca dello status di rifugiato politico. L'ultimo ostacolo potrebbe essere che l'Italia deve accettare di commutare la pena inflitta a Battisti negli anni 80 a quella massima vigente in Brasile, ossia 30 anni di reclusione. Inizialmente Planalto (il Quirinale brasiliano), scrive il quotidiano, voleva attendere la decisione del giudice ma il fatto che il magistrato non abbia ancora fissato l'udienza per decidere sull'habeas corpus ha spinto Temer a intanto revocare lo status di Battisti. Su questo e' stato decisivo il parere dell'ufficio legale della presidenza brasiliana che ha preparato un parere per consentire a Temer di agire ed eventualmente di estradarlo.