L'attore comico britannico Sacha Baron Cohen si è scagliato contro le politiche di Facebook, che a suo dire se fosse esistito negli Anni '30 avrebbe permesso anche a Hitler di acquistare pubblicità politica e avere così una piattaforma per le sue idee anti-semite.
Famoso per personaggi come Ali G, un aspirante gangsta-rapper inglese, e Borat, un improbabile giornalista kazako, Sacha Baron Cohen, di origine ebraica, ha criticato pubblicamente - in un discorso a New York - non solo la creatura di Mark Zuckerberg, ma anche Google, Twitter e YouTube, colpevoli di far arrivare "assurdità a miliardi di persone". Lo riporta la Bbc.
I giganti dei social media e le società di Internet sono sotto pressione da tempo per arginare la diffusione di disinformazione e fakenews, legate alle campagne elettorali. Baron Cohen, intervenendo a un summit della Anti-Defamation League, ha puntato il dito contro Zuckerberg e la scelta di non effettuare un fact-checking sulle pubblicità politiche, vietando quelle che contengono falsità.
"Se paghi, Facebook pubblicherà qualsiasi pubblicità politica tu voglia, persino se è una bugia", ha polemizzato l'attore, "se Facebook fosse esistito negli Anni '30, avrebbe permesso a Hitler di postare pubblicità di 30 secondi sulla sua 'soluzione' per la questione ebraica". Il comico, di origini ha poi lanciato un appello a "ripensare in modo radicale i social media e come diffondono odio, cospirazioni e bugie", mettendo in dubbio che Facebook sia un bastione della "libertà di pensiero" come sostiene il suo fondatore.