Perché un altro edificio ha preso fuoco a Londra
Un palazzo nella zona est di Londra è stato parzialmente divorato dalle fiamme. Di nuovo. A due anni dall’incendio della Grenfell Tower in cui persero la vita 72 persone - tra cui i due ragazzi italiani Gloria Trevisan e Marco Gottardi - torna la paura nella capitale britannica.
Erano passate da poco le 15 quando in un edificio popolare nel quartiere di Barking sono divampate le fiamme che hanno rapidamente avvolto i sei piani e la facciata di legno, fortunatamente senza causare vittime. Dopo alcune ore e 100 vigili del fuoco sul posto, l’incendio è stato domato. Solo due persone sono state trasportate in ospedale per le esalazioni di fumo. Le fiamme sembra si siano sprigionate al piano terra, per poi diffondersi ai livelli superiori. Ma non sono ancora chiare le cause dell’incendio, sulle quali la polizia ha avviato un’indagine. Intanto montano le proteste sulla sicurezza di questi palazzi ai quali viene fatta scarsa manutenzione.
Barking, ricorda la Repubblica, è una delle tante periferie londinesi fitta di case popolari o a costo più basso della media della capitale. Nell'area del palazzo incendiato vive una folta comunità di immigrati, tra cui nigeriani. Non è raro a Londra che molti di questi palazzi più economici e di recente costruzione abbiano un rivestimento di legno, materiale che dopo la tragedia della Grenfell Tower è finito sotto accusa.
Peter Mason, presidente dell'associazione dei residenti di Barking Reach, ha raccontato al Guardian di aver contattato il costruttore Bellway Homes all'inizio di maggio per chiedere quale fosse il rischio di incendio dopo aver visto la denuncia di BBC Watchdog che aveva riportato problemi di sicurezza in altre due opere dello stesso costruttore. Nell'e-mail visionata dal Guardian Bellway ha risposto chiaramente a Mason di non preoccuparsi.
Secondo la ditta, infatti, il metodo di costruzione utilizzato in Scozia e denunciato dalla BBC era diverso da quello di Barking, e quindi i palazzi di Londra non correvano lo stesso rischio. “Comprendiamo che queste notizie allarmanti generano preoccupazione e auspichiamo che le dichiarazioni rilasciate facciano chiarezza riguardo il livello di sicurezza delle case Bellway”. Non solo: “In caso di incendio, la società ci aveva assicurato che avremmo avuto 30 minuti per lasciare l’edificio. Da quello che abbiamo visto non ne abbaino avuto nemmeno 2”, ha commentato Mason, che oggi dice di sentirsi "sventrato" dal fuoco.
“Le persone hanno perso le loro case e le loro cose e corrono il rischio di crollare emotivamente". Venti appartamenti sono stati distrutti dalle fiamme e altri 10 sono stati danneggiati dal calore e dal fumo. "La gente ha iniziato a correre, alcuni hanno detto che l'allarme antincendio non funzionava, gli sprinkler non funzionavano, i residenti hanno bussato alle porte dei vicini per dire loro di andarsene”, ha raccontato Venilia Batista Amorim, che vive di fronte al palazzo carbonizzato. "Non è stata una sorpresa, molti residenti sono preoccupati”. Secondo Mason, da qualche tempo gli agenti del quartiere avevano già assunto un vigile del fuoco per effettuare pattuglie di ricognizione a causa di timori non specificati sulla sicurezza antincendio”.
È dal rogo della Grenfell Tower che l’opinione pubblica tiene alta l’attenzione sulla sicurezza degli edifici. Dopo la tragedia, che rappresentò un vero e proprio shock per la Gran Bretagna, si innescarono una serie di polemiche sulle norme antincendio: diversi controlli da parte del Governo inglese, infatti, evidenziarono che in almeno 120 grattacieli inglesi non venivano rispettate le norme antincendio, inclusa la Grenfell.