Erano destinate agli acquari cinesi ma torneranno presto in mare aperto. Una prigionia durata quasi un anno per le 10 orche e 87 balene catturate e imprigionate in recinti subacquei in una baia vicino al porto di Nakhodka, nelle acque del Mar di Giappone.
Una vittoria degli animalisti di tutto il mondo che si sono mobilitati per la questione, coinvolgendo nella loro lunga battaglia anche due superstar del cinema come Leonardo Di Caprio che ha condiviso sui suoi social la raccolta firme arrivata alla fine a 1,5 milioni di persone e Pamela Anderson, che lo scorso 2 giugno, in totale coerenza con la piega politically correct presa negli ultimi anni, ha spedito una lettera a Vladimir Putin affinchè intervenisse sulla questione: “Come fan di vecchia data della tua difesa della fauna selvatica, mi ha sconvolto profondamente sapere che la Russia ha rapito 13 orche e un numero incalcolabile di balene dalle loro famiglie allo stato brado. Prendere in ostaggio i mammiferi marini intelligenti e venderli ai parchi marini, specialmente quelli in Cina, dove non esistono leggi sul benessere degli animali, è inumano”.
Il Cremlino non ha perso tempo ad intervenire, probabilmente quando si è reso conto dell’estrema impopolarità della questione, ed ha ordinato alle autorità locali di intervenire immediatamente e condannando quattro società per violazione delle leggi sulla pesca tramite il servizio di sicurezza russo. Ora però il problema sarà non sconvolgere gli animali con una liberazione così improvvisa, così come suggerito dalla squadra di ricercatori capitanata da Jean-Michel Cousteau, figlio dell’indimenticabile esploratore e oceanografo Jacques Cousteau venuto a mancare nel 1997.
Costeau ha firmato, in accordo con una squadra di scienziati russi, un documento per la scarcerazione graduale dei mammiferi approvato dalle autorità locali, che per l’occasione si sono espresse tramite le parole di Oleg Kozhemyako, il governatore della regione di Primorsky “Una decisione in linea di principio è stata presa per liberare tutti gli animali in natura.
Le balene verranno liberate nel Mar del Giappone e sempre lì, lontane dal loro luogo di detenzione, curate qualora ne avessero necessità”. “So che è un sacco di lavoro, ma non ho dubbi che avremo successo” ha dichiarato ai giornalisti invece Jean-Michel Cousteau, evidentemente felice per una battaglia vinta anche contro la politica dato che in Russia, come confermato dal Cremlino e riportato dall’agenzia Reuters, non esiste un esplicito divieto di caccia alle balene, che anzi possono essere pescate liberamente a scopo educativo o per studi scientifici, ma di fronte ad una tale mobilitazione hanno ben capito da che parte della barricata schierarsi.