La coalizione di destra-destra, nata a Vienna sulle ceneri della Grosse Koalition di popolari e socialisti, forse ha radici ancora più profonde del semplice appeal esercitato, per anni, da Joerg Haider sull'elettorato moderato.
Rivolta contro il mondo moderno, soprattutto quello democratico e borghese; rivolta contro le presunte contaminazioni dei popoli stranieri, e di conseguenza elaborazione di una ideologia "voelkisch" (termine di difficile traduzione, ma somigliante al nostro "nazionalpopolare"). Con questi ingredienti venne creata in Austria, esattamente un secolo fa, una miscela esplosiva che permise successivamente al nazismo di attecchire in quasi tutto il mondo di lingua tedesca.
Allora come adesso gli sconvolgimenti politici che stavano portando alla fine dell'impero Austro-Ungarico avevano creato le condizioni per una reazione da parte di quanti temevano di perdere la propria identità culturale e nazionale in favore del mondo moderno che si andava delineando. Non a caso, da parte di molti commentatori internazionali, il successo dei liberali di Joerg Haider venne messo fin da subito in relazione con l'adesione dell'Austria all'Unione Europea e al suo ingresso nell'euro. In più, negli ultimi 10 anni si è intensificato il fenomeno migratorio, saldandosi con le paure accese dalla crisi economica internazionale.
Il vecchio sogno della grande Teutonia
Oggi come allora un paese di frontiera del mondo tedesco vive l'angoscia di chi teme di scomparire sotto l'onda d'urto dei popoli slavi o dei borghesi francesi e anglosassoni, se non degli islamici che qua si affacciarono nel 1693, a reclamare la loro libbra di carne a Vienna e ai suoi abitanti. È il vecchio sogno della grande "Teutonia" che si erge allora a bastione del mondo tedesco per preservarne l'integrità dalla contaminazione straniera (ieri slava oggi islamica) un sogno che proprio nell'Austria a cavallo tra ottocento e novecento trova i primi teorici.
Non è un caso che, mentre in Germania la svolta antisemita avviene al momento in cui si profila la crisi della proprietà fondiaria, a Vienna questo avviene al momento del crollo della borsa, nel 1873, avvenimento che fa esplodere le tensioni fra le varie culture ed etnie che coabitavano nella capitale dell'ultimo grande impero sovranazionale. Nasce allora un movimento pangermanista basato su una ideologia che mischiava tratti populistici ad un malinteso senso del cristianesimo, di cui fu pioniere Georg Ritter von Schoenerer, grande demagogo e grande oratore i cui discorsi infiammavano il giovane Hitler.
Il suo era un nazionalismo anti-internazionalista caratterizzato da un totale rifiuto del sistema borghese e capitalista, portatore degli odiati valori della democrazia. Il suo programma era il seguente: "Annessione al Reich, lotta contro le ingerenze straniere, libertà da Roma" (intesa come Vaticano). Logica conclusione un totale anticlericalismo, antisemitismo ed antislavismo. Lo slogan preferito è questo (a scanso di equivoci): "La religione, la tua vale la mia. È nella razza che c'è la porcheria". Lo scandivano i giovani della Lega di Gustavo Adolfo, che di Schoenerer erano entusiasti accoliti.
La religione, la tua vale la mia. È nella razza che c'è la porcheria
Inutile dire che, più che con gli altri, gli austriaci suoi seguaci ce l'avevano con gli ebrei. Giunsero a chiedere al parlamento una legge che prevedesse un compenso per l'uccisione di ogni singolo ebreo, compenso che poteva corrispondere ai beni dell'ebreo ucciso. Questo non impedì al suo movimento di ottenere un grande successo elettorale nel 1901, esattamente un secolo fa.
Le influenze sul giovane Hitler, pittore a Vienna
Ma ancora più di Schoenerer, il giovane Hitler che vendeva acquerelli per le strade di Vienna apprezzava Karl Lueger. Anche lui sedicente "cristiano sociale", viveva nel sogno di riportare l'Austria ad una mitica società medievale retta dai cavalieri, nutrita dai contadini e che metteva al bando l'usuraio ebreo. Proprio questa illusione fece presa su tanta parte della società austriaca, che da diverso tempo aveva imparato purtroppo ad apprezzare le teorie fantasiose e pericolose di quanti si prefiggevano lo scopo di tornare persino all'antica religione precristiana. È il caso di Guido von List, che sognò la restaurazione del wotanismo (l'antica religione di Odino-Wotan) passeggiando da giovane nelle catacombe che si trovano sotto il duomo di Vienna.
L'austronazismo, e la svastica
Il giovane List (il "von" se lo era aggiunto da solo al cognome) si recò immediatamente nella città di Carnuntum, dove i germani nel 380 dopo Cristo avevano fondato il Limes costantiniano dilagando nei secoli successivi per tutto l'impero romano. Lui ed alcuni amici, una notte, scavarono una buca sotto i resti della porta della città per seppellirci una croce uncinata. Fu quella la prima volta in cui l'austronazismo scelse la svastica (ritenuta simbolo del sole ed oggetto magico usato da Odino per separare le quattro componenti della materia: acqua, fuoco, terra ed aria) come proprio simbolo.
L'uomo è un animale bastardo creato dalla contaminazione dei superuomini ad opera dei pigmei. Occorre tornare alla purezza originaria
Preferiva invece la croce templare Joerg Lanz von Liebenfels, creatore del "nuovo ordine templare", un ex frate di un convento alle porte della capitale austriaca. Scrisse un solo libro, un tomo di migliaia di pagine "Teozoologia". La tesi è la seguente: l'uomo è un animale bastardo creato dalla contaminazione dei superuomini ad opera dei pigmei. Occorre tornare alla purezza originaria. Inutile dire chi Lanz, che aveva elaborato le sue teorie osservando un sarcofago medievale scoperto nel convento dal quale poi sarebbe stato cacciato, considerasse i pigmei per eccellenza. Si è vociferato che fra i suoi amici, vi fosse, immancabilmente, Adolf Hitler. Non è mai stato provato. Ma questo non impedì di influenzare, e non poco, un altro tedesco. Heinrich Himmler, creatore delle SS.