Sono almeno 235 i morti nell'attentato che ha colpito una moschea sufi nel nord del Sinai egiziano, secondo un nuovo bilancio diffuso dalla televisione di Stato. Nella strage sono rimaste ferite almeno 125 persone. Secondo la prima ricostruzione della dinamica, gli attentatori sarebbero arrivati sul luogo di culto con quattro autoveicoli, avrebbero provocato un'esplosione e poi aperto il fuoco sui fedeli riuniti per la preghiera collettiva del venerdì. Anche le ambulanze subito accorse per raccogliere i feriti sono state assaltate dai miliziani, prima che intervenissero le forze di sicurezza egiziane.
Al-Sisi promette una "brutale vendetta"
Il governo del Cairo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. Il presidente al-Sisi ha convocato una riunione di emergenza dell'esecutivo. Nel suo messaggio alla nazione, al-Sisi ha promesso una risposta "brutale" e che "i martiri saranno vendicati". Secondo il generale, l'attacco definito "codardo e subdolo", è volto a "mettere in discussione la nostra capacità ma aumenta la nostra determinazione e unità per affrontare e respingere il terrorismo".
L'attacco, che è avvenuto alla moschea al-Rawdah, a Bir al-Abed, a ovest della città di Arish, non è stato ancora rivendicato da nessun gruppo ma è presumibile il commando fosse legato all'Isis. L'esercito egiziano ha riferito inizialmente di aver ucciso due "miliziani" e di aver distrutto diversi "covi di terroristi" nella penisola che contenevano "grandi quantità di materiale esplosivo". Il portavoce non ha fornito ulteriori dettagli su come e quando queste persone siano state "eliminate". In seguito le forze armate hanno affermato di aver ucciso un totale di 15 terroristi grazie ai droni.
I sufi bersaglio degli estremisti
Quella di al-Rawdah non è una moschea qualunque ma è una delle roccaforti egiziane dei musulmani sufi, una comunità che in passato è stata più volte attaccata dai terroristi dell'Isis, che hanno alcune basi nell'area del Sinai. Questa confraternita islamica è la più "mistica" della religione musulmana ed è considerata "eretica" dai gruppi fondamentalisti. L'assalto avviene in giorni importanti per i sufi, giorni che precedono l'anniversario della nascita del profeta Maometto (579) che sarà celebrato giovedì prossimo. Per i seguaci di Al Baghdadi è considerata una deviazione anche la celebrazione dell'anniversario. Nel febbraio scorso gli estremisti rapirono e decapitarono due esponenti del mondo sufi nel Sinai proprio con l'accusa di eresia.
Il Sinai egiziano, l'area al confine con Israele e la striscia di Gaza, è spesso teatro di attacchi portati avanti da terroristi legati all'Isis, che hanno spesso come bersaglio poliziotti e militari, ma nel corso dell'ultimo anno la loro frequenza era diminuita.