Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, potrebbe morire in prigione se non riceverà cure mediche urgenti. E' l'appello lanciato da una sessantina di medici, di diverse nazionalità, in una lettera aperta indirizzata al ministro dell'Interno britannico, Priti Patel.
Assange, 48 anni, è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh nel sud di Londra, in attesa dell'inizio, il prossimo febbraio, del processo di estradizione negli Stati Uniti. Gli Usa accusano Assange di aver violato le leggi anti-spionaggio e di aver messo in pericolo fonti americane diffondendo, nel 2010, circa 250 mila dispacci e 500 mila documenti riservati sulle attivita' delle forze armate Usa in Iraq e in Afghanistan e sulle condizioni di detenzione nella prigione di Guantanamo.
Documenti che rivelavano numerosi abusi e violenze ai danni della popolazione. Tra essi un video, risalente al 2007, che ritraeva un elicottero che sparava sui civili. Nella loro lettera, i medici - provenienti, tra l'altro, da Regno Unito, Australia e Sri Lanka - esprimono la loro "grande preoccupazione" per la salute di Assange e chiedono che il giornalista venga portato in ospedale per essere esaminato da specialisti: "Dal punto di vista medico, nutriamo grande preoccupazione per lo stato fisico di Assange che dovrà affrontare il processo a febbraio", si legge nel testo. "La cosa più importante è che, a nostro avviso, Assange necessita di una valutazione medica urgente del suo stato fisico e psicologico", aggiungono.
Nel caso in cui il giornalista non riceva tale assistenza medica, "Assange potrebbe morire in prigione", avvertono i medici.