Hans Asperger, il pediatra austriaco da cui prende il nome la “sindrome dell'autismo senza ritardo mentale”, ha aiutato i nazisti a eliminare i bambini disabili. Lo rivela un nuovo studio di Herwig Czech, storico all'Università medica di Vienna, secondo cui il medico ebbe un ruolo fondamentale nell’operazione di ‘eutanasia’ a Spiegelgrund, nell'ospedale psichiatrico di Steinhof.
E’ lì che trovarono la morte circa 800 bambini con disabilità, alcuni dei quali vi arrivarono dopo essere stati visitati dal dottor Asperger. Secondo lo studio, in particolare, il medico spedì a Steinhof due bambine di 2 e 5 anni ritenute “prive di purezza razziale” e “impossibili da educare”. Con la sua condotta, inoltre, sostiene lo storico di Vienna, Asperger ha “legittimato le politiche di igiene razziale tra cui le sterilizzazioni forzate e, in diverse occasioni, ha cooperato attivamente".
“Non fu l’eroe anti-regime che pensavamo”
Lo studio ribalta la narrativa he vede in Asperger un forte oppositore del regime e un difensore dei suoi pazienti a rischio eutanasia. Quello che emerge dai documenti consultati – si legge nell’abstract - è il ruolo controverso del pediatra in queste operazioni di epurazione. Le teorie di Czech derivano da “un lungo studio su documenti di archivio mai consultati prima e sulle cartelle cliniche di diversi pazienti di Asperger”.
Cos’è la syndrome di Asperger
La sindrome di Asperger (abbreviata in SA) è considerata un disturbo pervasivo dello sviluppo, imparentato con l'autismo, che tuttavia non presenta compromissione dell'intelligenza, della comprensione e dell'autonomia, a differenza delle altre patologie classificate in questo gruppo. Per questa ragione è comunemente considerata un disturbo dello spettro autistico "ad alto funzionamento". Il termine fu coniato dalla psichiatra inglese Lorna Wing in una rivista medica del 1981 in onore di Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco, il cui lavoro non fu riconosciuto fino agli anni novanta.
Gli individui portatori di questa sindrome, la cui causa è ignota, presentano una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi in alcuni casi ristretti. Diversamente dall'autismo, però, non si verificano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o nello sviluppo cognitivo.
Gli Aspie – come vengono chiamati coloro che sono affetti dalla sindrome - hanno comportamenti e modi di comunicare inusuali, che spesso mettono a disagio oppure annoiano l’interlocutore. Per questo rischiano l’emarginazione e la solitudine.
Come riconoscere un bimbo Asperger
Ecco le principali caratteristiche dei bambini affetti dalla sindrome di Asperger:
- Ritardo nella maturità sociale e nel pensiero sociale
- Difficoltà nel fare amicizie e spesso vittime di bullismo
- Difficoltà nel controllo e nella comunicazione delle emozioni
- Insolite capacità linguistiche che includono un ampio vocabolario e una sintassi elaborata ma in concomitanza con capacità di conversazione immature, prosodia insolita e tendenza ad essere pedanti.
- Interessi insoliti per argomento o intensità
- Profilo insolito nelle difficoltà di apprendimento
- Necessità di assistenza nell´organizzazione e nell´auto-aiuto.
- Goffaggine nel modo di camminare e nella coordinazione
- Sensibilità a suoni, sapori e consistenze specifiche o sensibilità tattili
Gli Aspie geniali
Gli “Asperger” dimostrano spesso un talento non comune, hanno la capacità di essere molto sistematici e di applicarsi in maniera focalizzata ai propri compiti, e a questa loro caratteristica si potrebbero forse attribuire alcuni progressi significativi nell’arte e nella scienza, si legge sul Corriere.
Tanto che secondo alcuni studi sarebbe possibile attribuire forme più o meno marcate di sindrome di Asperger a personaggi del calibro di Charles Darwin, Vincent van Gogh e soprattutto Albert Einstein, grande scienziato, capace di pensare in modo “diverso”, ma uomo considerato scarsamente capace di affetti personali profondi. E ancora, Friederich Nietzsche ed Ettore Maiorana. Più di recente la diagnosi è stata formulata anche per Syd Barret, il “diamante pazzo” dei Pink Floyd che si isolò dal gruppo e visse come un eremita in balia dei suoi disturbi per oltre 40 anni, fino alla morte avvenuta nel 2006.