A quasi 48 ore dalla pubblicazione dell'articolo del New York Times, Asia Argento ha deciso di raccontare la sua versione del 'caso Bennett': l'avvio di una causa per violenza sessuale intentata contro di lei da un giovane attore e messa a tacere con un accordo extragiudiziale da 380 mila dollari.
“Nego e respingo il contenuto dell'articolo pubblicato dal New York Times che sta circolando nei media internazionali. Sono profondamente scioccata e colpita leggendo notizie che sono assolutamente false. Non ho mai avuto alcuna relazione sessuale con Jimmy Bennett”. Inizia così la nota scritta da Asia Argento dopo le rivelazioni del New York Times secondo le quali l’attrice avrebbe pagato 380 mila dollari per mettere a tacere una presunta violenza sessuale ai danni dell’allora 17enne Jimmy Bennett.
Un ragazzo che aveva bisogno di soldi
E continua spiegando che “Quello che mi ha legata a Bennett per alcuni anni è stato solo un sentimento di amicizia terminata quando, dopo la mia esposizione nella nota vicenda Winstein, Bennett (che versava in gravi difficoltà economiche e che aveva precedentemente assunto iniziative giudiziarie anche nei confronti dei suoi stessi genitori rivolgendo loro richieste milionarie) inopinatamente mi rivolse una esorbitante richiesta economica".
Il ruolo di Anthony Bourdain
"Bennett" continua la nota, "sapeva che il mio compagno, Anthony Bourdain, era percepito quale uomo di grande ricchezza e che aveva la propria reputazione da proteggere in quanto personaggio molto amato dal pubblico. Anthony insistette che la questione venisse gestita privatamente e ciò corrispondeva anche al desiderio di Bennett. Anthony temeva la possibile pubblicità negativa che tale persona, che considerava pericolosa, potesse portarci. Decidemmo di gestire la richiesta di aiuto di Bennett in maniera compassionevole e venirgli incontro. Anthony si impegnò personalmente ad aiutare Bennett economicamente. A condizione di non subire più intrusioni nella nostra vita. Dunque, questo è l'ennesimo sviluppo di una vicenda per me triste che mi perseguita da tempo e che a questo punto non posso che contrastare assumendo nel prossimo futuro tutte le iniziative a mia tutela elle sedi competenti”.
Da vittima a carnefice e ritorno
Da vittima a carnefice e poi, dunque, di nuovo vittima, stavolta di un giovane attore interessato semplicemente ai soldi e che avrebbe chiesto la spropositata cifra di cui sopra all’attrice e all’ex compagno Anthony Bourdain, morto suicida lo scorso giugno. La nota, diffusa dal legale di Asia Argento, non entra nei particolari; non dice se l’attore avesse semplicemente chiesto la cifra in virtù dell’amicizia che lo legava all’attrice oppure come vero e proprio riscatto del genere “o mi paghi o dico a tutti che mi hai molestato” (argomento particolarmente sensibile considerata la parte svolta dalla Argento nella vicenda Weinstein).
Se non c’è mai stato alcun rapporto sessuale tra l’attrice e il minorenne Bennet, perché mai cedere a un ricatto che prevedeva, tra l’altro, una cifra talmente alta? La polizia di Los Angeles ha reso noto, dopo il frastuono dell’articolo pubblicato dal New York Times, che al momento sulla Argento non pende nessuna accusa di violenza sessuale su minore, ma annuncia che a proposito della vicenda saranno svolte le dovute indagini, partendo dalla convocazione di Bennett, che ancora non è stato sentito dai detective della contea.
Scaricata da #MeToo
Nel frattempo un altro nodo da sciogliere è quello riguardante la reputazione di Asia Argento, messa in seria discussione dal velocissimo e feroce braccio della legge internettiana che non attende indagini prima di sputare sentenze. In poche ore in molti hanno pubblicamente preso le distanze dall’attrice, a partire dalla fondatrice e leader del movimento #metoo che aveva espresso la propria opinione sulla faccenda tramite Twitter: “La violenza sessuale riguarda il potere e i privilegi. Ciò non cambia se il colpevole è la tua attrice preferita, attivista o professore di qualsiasi genere. Non esiste un modello. Siamo imperfettamente umani e tutti dobbiamo essere responsabili del nostro comportamento individuale”.
Una chiamata alle proprie responsabilità quindi, quella della Burke che, dal tono del messaggio, sembra considerare vere le accuse nei confronti della Argento. Anche la produzione di XFactor si è subito mossa nel far sapere tramite nota diffusa sui social che nel caso le accuse si rivelassero fondate interromperebbe all’istante i rapporti con l’attrice, anche a costo, evidentemente, di squilibrare la narrazione del programma già arrivata alla scelta definitiva delle squadre dei quattro giudici.