L'antica città egizia di Amarna, fondata dal faraone Akhenaton, marito di Nefertiti, e dedicata al culto del sole - Aton - potrebbe essere stata costruita da bambini ridotti in schiavitù. È la tesi degli archeologi che da anni effettuano scavi nell'area della città scomparsa poco dopo la morte del suo fondatore avvenuta nel 1332 avanti Cristo.
In particolare, gli esploratori sono giunti a questa tesi dopo aver ispezionato le migliaia di scheletri rinvenuti nel cimitero nord della città. Oggetto di studio questa volta sono state le tombe delle le persone comuni e non quelle dei faraoni con i loro vastissimi tesori.
Nella maggior parte dei casi i corpi - o meglio, di quel che ne resta - osservati dagli scienziati erano semplicemente avvolti in lenzuola. Ma soprattutto, a scioccare gli archeologi è stata l'età dei defunti, che nel 90% dei casi andava dai 6 ai 25 anni.
Si tratta di una fascia d'età in cui è più difficile morire, una volta superate le sfide e le malattie infantili. E siccome pochissimi defunti avevano meno di 7 anni, non è possibile che quei giovani corpi siano rimasti uccisi da patologie gravi per i più piccoli.
Perché, allora, bambini, adolescenti e giovani adulti erano sepolti lì? L'osservazione attenta dei resti umani ha portato alla risposta più chiara: ferite, fratture spinali e osteoartrite hanno indirizzato gli studiosi a credere che quei ragazzi venivano impiegati nella forza lavoro.
Con tutta probabilità non erano nemmeno originari della zona e vivevano lontani dalle famiglie, come suggerisce il fatto che nelle tombe non ci sono beni personali e che molti ragazzi seppelliti insieme avevano caratteristiche ed età tali da escludere legami di parentela. Un'altra ipotesi è quella che i numerosi scheletri di bimbi erano dei figli degli schiavi.
Tuttavia anche in questo caso, la vicinanza con la famiglia si sarebbe manifestata in qualche modo anche durante la sepoltura. Gli archeologi sperano che l'esame del DNA possa dare qualche risposta in più, ma intanto la tesi più accreditata è che si trattasse di bimbi e giovani egiziani (o meni) acquistati come forza lavoro per la costruzione (almeno parziale) della città.
Se Amarna fosse stata davvero realizzata con il lavoro dei più piccoli cosa implicherebbe ciò? Potrebbe suggerire che la pratica era diffusa un pò ovunque nell'antico Egitto? è difficile stabilirlo, si legge sul Guardian. I dati in possesso degli archeologi riguardo i cimiteri popolari sono molto limitati e ciò non permette di fare una comparazione.
Di certo sappiamo solo che i faraoni egiziani hanno commissionato la realizzazione di alcune delle più ambiziose costruzioni della storia e che per realizzarle il prezzo in termini di vite umane non è affatto basso. A Sud della città, c'è un altro cimitero i cui scavi hanno rivelato agli studiosi tutto il dramma della vita dell'epoca attraverso i resti di uomini, donne e bambini malati, nutriti male, morti precocemente. Ma nulla di davvero illuminante come accaduto con i corpi del cimitero nord.