Il simbolo dell’inquinamento dei mari è un’aragosta con il logo della Pepsi tatuato su una chela. Viva e vegeta. Il crostaceo, pescato nell’oceano Atlantico al largo delle coste canadesi del Grand Manan, nel New Brunswick, è stato scoperto da Karissa Lindstrand che lavora a bordo del peschereccio dove si occupa di bloccare le chele delle aragoste con gli elastici. Karissa che, come spiega il Guardian beve circa 12 lattine al giorno di Pepsi, ha riconosciuto subito il logo. “A una prima occhiata mi sembrava un pezzo di lattina, poi ho capito. Sembrava come se qualcuno avesse tatuato il logo sulla chele”. L’ipotesi più accreditata è che l’aragosta sia cresciuta attaccata alla lattina gettata in mare – o a un’immagine stampata – e che col tempo l’abbia inglobata nei tessuti. La donna ha pubblicato la foto su Facebook rinfocolando il dibattito sull’inquinamento dei mari. D’altronde i numeri sono allarmanti: dei 300 milioni di tonnellate di plastica prodotte annualmente, più di 8 milioni finiscono nei fondali, assicura Plastic Oceans, gruppo che si batte per la difesa dell’ambiente.