Le proteste che hanno investito i territori palestinesi e l'intero mondo islamico dopo la decisione di Donald Trump di spostare l'ambasciata Usa a Gerusalemme, riconoscendola come capitale dello Stato ebraico, non hanno avuto come bersaglio solo l'America.
"Bin Salman, non umilierai i palestinesi" e "Abbasso i Saud" sono tra gli slogan intonati dai dimostranti a Gaza e in Cisgiordania. Riad, tornato l'alleato di ferro di Washington in Medio Oriente, sarebbe davvero coinvolta a pieno titolo nel nuovo "processo di pace" che il presidente degli Stati Uniti intenderebbe avviare, sia pure con la contrarietà di quasi tutta la comunità internazionale.
Il New York Times ha riportato che l’Arabia Saudita a novembre avrebbe offerto alla Palestina due mesi di tempo per accettare una proposta che prevede il villaggio di Abu Dis come capitale di un nuovo Stato palestinese. La proposta è stata rivolta al capo dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, durante una sua visita a Riad lo scorso mese.
Secondo il quotidiano, il piano proposto dal principe della Corona Mohammed bin Salman prevede uno stato separato che comprende Gaza e Cisgiordania e il mantenimento della maggior parte degli insediamenti israeliani in Cisgiordania, considerati illegali dai palestinesi e dalla comunità internazionale. La proposta non prevede il diritto di tornare in Israele ai membri della diaspora palestinese. Il villaggio di Abu Dis si trova nella periferia di Gerusalemme Est.
Nondimeno, il Consiglio reale dell'Arabia Saudita ha condannato fermamente la decisione di Trump, sottolineando come questa non cambierà le rivendicazioni del popolo palestinese su Gerusalemme e gli altri territori occupati e che “imporre un nuovo status alla città non è possibile”.