Se per gli Stati Uniti il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di israele, e soprattutto il trasferimento dell'ambasciata nella città santa per le tre religioni monoteiste, è una prima assoluta, non è stato così per molti altri Paesi.
A partire dal Guatemala, che conta molto sui finanziamenti Usa, che ha seguito l'esempio di Washington, in totale altri 12 Paesi (Bolivia, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Haiti, Paesi Bassi, Panama, Repubblica Dominicana, Uruguay, Venezuela) hanno avuto in periodi diversi le loro legazioni in quella che nel 1980 la Knesset dichiarò "capitale unica ed indivisibile di Israele".
Le Nazioni Unite non hanno mai accettato lo 'status quo' creatosi con l'annessione di Gerusalemme Est da parte delle truppe israeliane alla fine della Guerra dei Sei Giorni a giugno del 1967. Sei successive risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU hanno denunciato o dichiarato non validi i tentativi di Israele di controllare e/o unificare la città.
Questo vale anche per la più importante, la n. 478 del 1980 (passata con 14 voti favorevoli e l'astensione degli USA) in cui il Consiglio di Sicurezza ha dichiarato la legge israeliana del 1980 "nulla e priva di valore legale, e da ritirarsi immediatamente" perché mirante ad "alterare la natura e lo status di Gerusalemme" e ha invitato tutti gli Stati membri ad accettare questa decisione, esortando quegli stati membri con delle missioni diplomatiche a Gerusalemme a ritirarle da lì.
Dopo la risoluzione 478 Bolivia, Cile, Colombia,Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Paesi Bassi, Panama, Repubblica Dominicana, Uruguay, Venezuela accogliendo il testo Onu spostarono la loro ambasciata a Tel Aviv. Costa Rica ed El Salvador trasferirono nuovamente le rispettive ambasciate a Gerusalemme nel 1984, per poi riportarle a Tel Aviv nel 2006.
Al momento nessuna ambasciata è a Gerusalemme, benché quelle di Paraguay e Bolivia siano a Mevasseret Zion, un sobborgo 10 km ad ovest della città.