Gli al-Shebaab di nuovo in azione, in Somalia, ed è stato un bagno di sangue: almeno 26 persone sono morte nell'assalto rivendicato dagli estremisti islamici a Chisimaio, nella regione del Basso Giuba, nel sud del tormentato Paese. L'assalto, cominciato nella notte di venerdì quando un'autobomba è esplosa all'entrata dell'hotel Medina, è durato quasi 12 ore e si è risolto in un massacro. Cinquantasei i feriti finora recuperati.
Tra i morti anche una nota giornalista, Hodan Naleyah, da poco rientrata in Somalia dal Canada, dove si era trasferita insieme ai genitori da bambina e che in patria voleva raccontare le storie positive. Lavorava per Integration Tv, la prima TV online somala in lingua inglese che vuole - si legge nel sito - "mettere in collegamento le comunità somale e condividere storie stimolanti per migliorare la società". Un impegno giornalistico così importante, il suo, che era proprio lei che, in un video sul sito, raccontava la tv che aveva contribuito a fondare.
Si era trasferita in Canada con la famiglia quando aveva appena sei anni ma di recente la donna, che ha due figli, aveva deciso di tornare in Somalia. Con lei è morto anche il marito. Tra le vittime anche un altro noto giornalista locale, Mohamad Sahal; e diversi stranieri, tre keniani, tre tanzaniani, due americani e un britannico.
La dinamica dell'attacco è quella purtroppo vista anche in altre occasioni: prima un kamikaze a bordo di un'auto-bomba si è fatto esplodere al cancello di ingresso, poi un gruppo di almeno quattro uomini, armati fino ai denti, indosso le uniformi della polizia somala, si è fatto largo sparando all'impazzata ed è entrato nell'albergo.
Al Shebaab - dal 2010 collegato ad al-Qaeda e che da più di un decennio tenta di rovesciare il governo somalo per instaurare uno 'Stato islamico' di stampo wahabita, governato dalla 'sharia' - controlla ancora vaste porzioni di territorio: il gruppo è molto attivo nelle zone rurali ma anche a Mogadiscio, nonostante la forte presenza nella capitale dei 'peacekeeper' dell'Unione Africana e dei militari americani, in loco per addestrare le truppe somale.
Ma negli anni recenti il gruppo di estremisti islamici ha perso molte delle sue roccaforti; e da quando, nel 2012, è stato cacciato, oltre che da Mogadiscio, anche da Chisimaio, la città portuale era diventata relativamente tranquilla. L'albergo era affollato da uomini politici e d'affari in vista delle prossime elezioni regionali.