di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 21 mar. - Corea del Nord e Asian Infrastructure Investment Bank sono tra i temi principali di discussione del vertice trilaterale di oggi a Seul tra Cina, Giappone e Corea del Sud, il primo degli ultimi tre anni, dopo l'ultimo incontro del maggio 2012. Le differenze sulla visione della storia contemporanea tra i tre Paesi sono state uno dei motivi dell'interruzione triennale del meeting, secondo quanto riferito ieri dal Ministero degli Esteri cinese, che ha auspicato un "giusto clima politico" in occasione del nuovo incontro trilaterale.
Sia Corea del Sud che Giappone si sono aperte alla possibilità di aderire al nuovo soggetto finanziario a guida cinese. Seul si è finora dichiarata più disponibile di Tokyo a entrare a fare parte del nuovo soggetto finanziario, mentre il governo giapponese rimane più cauto sulla partecipazione e cerca rassicurazioni da Pechino su alcuni temi relativi alla governance e al meccanismo di prestiti del nuovo soggetto finanziario. Gli Stati Uniti hanno esercitato pressioni nelle ultime settimane sui loro principali alleati asiatici per scoraggiare le adesioni alla AIIB, vista come concorrenziale alla Asian Development Bank, a forte presenza americana. Ancora oggi, un editoriale dell'agenzia cinese Xinhua ha precisato che la natura del nuovo soggetto finanziario non è concorrenziale alla Adb, ma "complementare" e "compatibile" con gli istituti di credito internazionali già esistenti.
Tra gli argomenti che dividono i tre Paesi c'è anche il Thaad (Terminal High-Altitude Area Defense) il sistema anti-missilistico che gli Stati Uniti intendono costruire in territorio sud-coreano per contrastare il programma di sviluppo di missili balistici da parte di Pyongyang. Secondo quanto rivelato da un funzionario sud-coreano all'agenzia Yonhap, l'argomento non è però finora stato toccato nell'incontro bilaterale tra il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e il suo omologo sud-coreano, Yun Byung-se. Wang Yi, assieme al suo omologo giapponese, Fumio Kishida, si sono poi incontrati per trenta minuti con la presidente sud-coreana, Park Geun-hye.
Il tema del Thaad aveva tenuto banco nei giorni scorsi, durante le visite a Seul dell'assistente al segretario di Stato americano, Daniel Russel, con delega agli affari per l'Asia orientale, e dell'assistente al Ministero degli Esteri Cinese, Liu Junchao. Russell aveva difeso il progetto statunitense dai dubbi cinesi dichiarando che Washington ha "la responsabilità di prendere in considerazione" sistemi che possano difendere sia gli Usa che l'alleato sud-coreano da una possibile minaccia di Pyongyang. Liu Jianchao aveva invece avanzato il dubbio che il progetto americano possa servire come misura di contenimento della Cina in Asia e possa fungere da fattore destabilizzante della regione.
Più distesi, dopo l'ultimo colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e il segretario di Stato Usa John Kerry, i rapporti tra Cina e Stati Uniti sul nucleare iraniano. Wang Yi ha sottolineato la volontà cinese di evitare che un accordo tra la Repubblica Islamica e i sei Paesi negoziatori "non raggiunga lo scopo per mancanza di uno sforzo da parte di tutti" e la necessità di incontrarsi "a metà strada" per raggiungere un accordo finale per il 31 marzo prossimo, preludio a un accordo complessivo da raggiungere entro il 30 giugno.
21 marzo 2015
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