C’è una nuova dipendente alla China Construction Bank di Shanghai che non arriva mai in ritardo. Si chiama Xiao Long, “Piccolo Drago”, ed è un robot.
Una giornalista del Guardian è andata a farsi un giro alla filiale di Jiujiang Road della prima banca cinese interamente automatizzata. “Benvenuto, come possa aiutarla oggi?”, chiede il robot a chi entra, sfoggiando un sorriso a 32 denti. Xiao Long è abilitata non solo a parlare: offre anche un servizio bancomat (è dotata di tastiera per il pin) e ha la risposta pronta per le domande più pertinenti.
Dopo aver parlato con Xiao Long, il cliente attraversa i controlli elettronici, dove la sua faccia viene scannerizzata e immediatamente associata al documento d’identità. Questione di pochi secondi: l’intelligenza artificiale rende superfluo l’intervento umano. All’interno, diverse macchine intelligenti e dialoganti assistono il cliente nello svolgimento di varie procedure, dall’apertura del conto a un bonifico. Un secondo robot indica una sala VIP dove è possibile chiedere la consulenza con un impiegato in carne e ossa.
Ovunque ci sono camere di sorveglianze. Almeno otto, scrive il quotidiano, solo nella lobby.
I robot in Cina già fanno parte della vita di ogni giorno. Soprattutto nei ristoranti: l’anno scorso il video di una fabbrica dove gli androidi producono dumpling (jiaozi: ravioli) era diventato virale nel web cinese. Il Ceo di Jd.com, colosso della vendita online, prevede che non è lontano il giorno in cui i robot sostituiranno le persone nel settore del commercio al dettaglio, il cui valore triplicherà a 7,5 miliardi di dollari entro il 2020, stando a iResearch.
Lo sviluppo della robotica è centrale nei piani di sviluppo di Pechino, che con il Made in China 2025 punta innovare il settore manifatturiero, conquistando la leadership delle tecnologie del futuro. Il XIII piano quinquennale del governo cinese (2016-2020) ha programmato la produzione di 100 mila robot industriali all’anno.
Il predominio cinese nell’intelligenza artificiale, che Pechino vuole trasformare in una industria da 150 miliardi di dollari entro il 2030, è sempre più tangibile. La Cina ha già assunto una posizione dominante nel mercato mondiale della videosorveglianza. Soprattutto nell'ambito della sicurezza. Le forze di polizia stanno conducendo vari esperimenti che utilizzano il riconoscimento facciale per tracciare ogni movimento della popolazione.
Nel febbraio scorso, in occasione del consueto esodo di massa per i festeggiamenti del Capodanno lunare, la polizia ferroviaria di Zhengzhou (capoluogo della provincia dello Henan) arrestò sette ricercati e altri 26 truffatori in possesso di falsi documenti. Sugli occhiali degli agenti era stata montata una mini telecamera in grado di realizzare uno screening di massa quasi perfetto.