di Giovanna Di Vincenzo
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Pechino, 28 mag. - Parla Chen Xitong, l'ex sindaco di Pechino epurato nel 1995 per reati di corruzione, e lo fa dal carcere attraverso un libro. A dare voce a un veterano della politica cinese caduto in disgrazia, ancora una volta è la New Century Press, la casa editrice di Hong Kong guidata da Bao Pu che qualche anno fa ha pubblicato i diari dell'ex segretario del Pcc Zhao Ziyang. Anche quest'anno, la notizia dell'imminente uscita nelle librerie dell'ex colonia inglese di un libro che si preannuncia controverso, arriva alla vigilia delle commemorazioni del massacro di Tian'anmen avvenuto il 4 giugno 1989.
Protagonista di uno dei maggiori scandali politici degli ultimi anni, Chen Xitong ribadisce la sua innocenza rispetto alle accuse di corruzione che gli erano state rivolte e dichiara a gran voce la sua estraneità dai fatti di Piazza Tian'anmen.
La mattina del 4 giugno 1989, l'ex segretario del partito di Pechino e membro del Politburo aveva ancora pieni poteri. Finito nell'occhio del ciclone per il ruolo chiave assunto – a parere di molti - nella decisione finale di imporre la legge marziale, i guai veri erano dietro l'angolo: nel 1998, in seguito a una campagna anti-corruzione lanciata dall'allora presidente Jiang Zemin, Chen è stato condannato a 16 anni di reclusione.
Al di là dei reati economici di cui è stato accusato, dietro il suo siluramento si cela una strenua lotta di potere che ha visto contrapposte la cricca di Pechino, di cui Chen era a capo, alla cricca di Shanghai, il gruppo di potere legato all'ex presidente Jiang.
La sua vicenda, come quella di Chen Liangyu - ex segretario del partito e sindaco di Shanghai agli arresti per corruzione dal 2006 -, è stata associata al recente scandalo politico di Bo Xilai, ex boss Chongqing e membro del Politburo, fino al febbraio scorso in prima fila per una posizione all'interno del Comitato Permanente, il gotha del potere politico cinese.
Dopo anni di silenzio, l'annuncio della pubblicazione del libro di Chen Xitong precede solo di pochissimi giorni il 23° anniversario del 4 giugno '89. Coincidenza o iniziativa ad hoc? È la New Century Media la casa editrice che darà alle stampe il libro, la stessa che ha pubblicato nel 2009 le memorie di Zhao Ziyang proprio alla vigilia dell'anniversario di Piazza Tian'anmen. Il libro contiene le interviste realizzate nel 2011 da Yao Jianfu, ex funzionario e studioso, all'ex sindaco mentre si trovava in libertà vigilata in un ospedale di Pechino.
"Si tratta del racconto inedito di un uomo considerato da molti il principale responsabile della repressione del 4 giugno", ha dichiarato Bao Pu, editore della casa di Hong Kong. "Chen Xitong sente che il peso della colpa per quanto è accaduto allora è ricaduto tutto sulle sue spalle".
Secondo quanto riportato in anteprima dalla Reuters, in una delle interviste raccolte nel volume Chen dichiara di essere stato il capro espiatorio per i crimini commessi nel 1989 e nega il suo coinvolgimento nella decisione di Deng Xiaoping di intervenire con le armi. "Deng Xiaoping aveva occhi e orecchie - afferma Chen- come poteva essere manovrato da uno dei suoi subalterni? Dire ciò significa sottostimare le sue capacità".
L'ex leader di Pechino si difende anche dalle accuse di corruzione e abuso di potere e dichiara di essere stato vittima di "un errore giudiziario, il peggiore dai tempi della Rivoluzione Culturale o dal 1989". Chen Xitong respinge, inoltre, le accuse di complotto e infedeltà verso l'ex presidente Jiang Zemin: "Nella lotta per il potere ogni mezzo può essere usato per raggiungere una posizione di prestigio - scandisce - ma io non ho preso parte a nessuna lotta di potere, nonostante i miei accusatori non la pensino così".
La caduta di Chen Xitong è avvenuta due anni prima del 15° Congresso, uno schema che accomuna la sua epurazione alla fine politica di Chen Liangyu e Bo Xilai, entrambi silurati rispettivamente poco prima del 17° e 18° Congresso. I tre casi hanno un altro punto di contatto: le rispettive uscite di scena non sono semplicemente riducibili ai reati commessi, ma si inseriscono all'interno di un contesto più ampio caratterizzato da turbolenze interne in vista del prossimo Congresso del Pcc, il più importante evento della vita politica cinese.
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