Lo scandalo del latte, scoppiato alla fine del settembre scorso, ha causato la morte di 4 bambini e l'intossicazione di 56mila: la ditta cinese Sanlu e altre 31 compagnie sono accusate di aver utilizzato un additivo tossico, la melamina, per aumentare le qualità proteiche del loro prodotto. Dalla Cina il latte contaminato ha raggiunto diverse nazioni e colpito molte altre ditte: prodotti tossici sono stati esportati in Bangladesh, Birmania, Yemen, Burundi e Gabon; tassi di melamina oltre i livelli di guardia riconducibili alla Sanlu e alle altre ditte coinvolte sono stati inoltre rintracciati in prodotti come i biscotti "Koala" in Olanda e i Nabisco Cracker in Corea del Sud. E la tensione resta alta ovunque: a pochi giorni dalla diffusione di un documento della World Health Organization sui rischi dei prodotti contaminati sono più di 50 i paesi che hanno imposto un divieto alle importazioni di prodotti derivati dal latte di fabbricazione cinese. La polizia cinese ha reso noto di avere arrestato 36 persone in tutto il paese: facevano parte della rete che produceva la sostanza tossica in laboratori clandestini e la rivendeva a fattorie o a intermediari. "Le autorità cinesi hanno colpito duramente questi criminali,- ha scritto Jiang Gaoming, a capo della China Environmental Culture Promotion Association- ma deve anche permettere agli studiosi del settore e ai media di dire la verità al pubblico sui processi utilizzati nell'industria alimentare e sugli additivi che vengono utilizzati abitualmente".
La reazione del governo
Continuano intanto ricerche e arresti, che hanno colipto anche personaggi politici di spicco come il funzionario governativo Li Changjiang, il segretario del Pcc di Shijiazhuang Wu Xianguo, il sindaco di Shijiazhuang Ji Chuntang, base di produzione della Sanlu, e capo locale del Partito, dismesso dalla carica per non aver riferito a tempo debito l'avviso sulla pericolosità del latte della Fonterra, il gigante neozelandese proprietario per il 43% della Sanlu. Ad allarmare le madri cinesi, che stanno facendo controllare in massa i bambini, i risultati di una delle ultime ispezioni, secondo la quale il 20% dei produttori cinesi di latte in polvere utilizza la melamina, una sostanza usata nelle colle e nelle vernici, comprese le due aziende principali: Mengniu e Yili.
Dai supermercati di Hong Kong sono scomparse le confezioni di latte sospetto e l'Organizzazione mondiale per
Intanto il governo cerca di correre ai ripari con visite e cure gratuite per i bambini intossicati, mentre il Ministero dell'agricoltura ha promosso un'iniziativa di riorganizzazione dei centri di raccolta del latte su scala nazionale, per migliorarne anche i meccanismi di monitoraggio e uniformazione.
Secondo i risultati delle indagini finora condotte, si sospetta che l'aggiunta di melamina sia avvenuta nei punti di raccolta del latte, protagonisti relativamente nuovi della catena commerciale e scarsamente controllati dalle autorità competenti. Il governo tenta di riparare con l'invio di funzionari e il controllo di circa 19.000 punti di raccolta, i gestori dei quali acquistano il latte dai singoli produttori. Questi, pesantemente colpiti dallo scandalo, sono oggetto della campagna a loro sostegno avviata in questi giorni dal Ministero dell'Agricoltura, che si è dichiarato determinato a "combattere l'illegalità ma a proteggere gli interessi del settore del latte".
Le ripercussioni internazionali
Nel frattempo il latte cinese è sempre più escluso dal mercato internazionale e aumentano i paesi che prendono provvedimenti in tal senso: dopo
Intanto sono stati fissati dei limiti per la quantità di melamina che i prodotti caseari possono contenere, per porre un freno all'uso di questo prodotto che ha ucciso quattro bambini e intossicato circa 53 mila. La quantità massima di melamina consentita nel latte in polvere è di un milligrammo per chilo, come riportato da Wang Xuening, Vice direttore generale dell'Ufficio per la supervisione della salute, dipartimento del Ministero della Salute. Per il latte liquido e gli altri prodotti caseari, il limite sale a 2,5 milligrammi; "La melamina non è una materia prima per il cibo, e nemmeno un additivo: è vietato a chiunque di aggiungerlo al cibo. I casi in cui è successo saranno perseguiti a norma di legge" ha affermato in un briefing a Pechino. La melamina è infatti un prodotto chimico usato nella fabbricazione della plastica, ma quando viene aggiunto al latte, lo fa sembrare più ricco di proteine di quanto non sia. Non è stato però specificato direttamente come l'agente possa trovarsi nei prodotti caseari; ma Chen Junshi, ricercatore superiore presso l'Istituto nazionale per la sicurezza dell'alimentazione e del cibo, ha sottolineato che spesso la melamina è usata nelle confezioni dei prodotti. Un esperto dell'Organizzazione mondiale della sanità ha aggiunto questa settimana che la melamina può trovarsi nel cibo per contaminazione accidentale durante il processo di confezionamento o tramite il contatto con certe superfici nel corso della produzione. Anche alcuni fertilizzanti, raramente usati, contengono melamina, costituendo quindi, forse, la fonte del prodotto chimico trovato nel cibo, secondo quanto affermato da Peter Ben Embarek, esperto della WHO. " Molte zone del mondo, Unione Europea, Hong Kong e Nuova Zelanda comprese, hanno stabilito dei limiti a riguardo solamente in un periodo recente". E' questo il motivo per il quale la melamina non veniva considerato una sostanza rintracciabile negli alimenti prima che scoppiasse lo scandalo in Cina. " Ci sono milioni di prodotti che normalmente non dovrebbero trovarsi nel cibo: è impossibile fissare un limite per tutti quanti" è stata la sua poco rassicurante conclusione.
La reazione delle vittime
Lo scandalo del latto, scoppiato circa un mese fa in Cina, oltre ad aver causato danni di salute a migliaia di bambini, ha scatenato una serie di licenziamenti e arresti e ha indebolito la fiducia pubblica, già minata dagli scandali verificatisi negli anni scorsi e riguardanti uova, carne di maiale e frutti di mare. Numerosi avvocati e attivisti sono scesi in campo per sostenere le famiglie colpite dallo scandalo e non sono mancate critiche dirette alla gestione 'politica' dello scandalo. È stato soprattutto disapprovato il silenzio dei media locali sullo scandalo durante le Olimpiadi, mentre il commento indignato della stampa ufficiale rimprovera esclusivamente le grandi compagnie.
Delle tre azioni legali avviate nelle province dello Henan, del Guangdong e del Gansu, una riguarda un bambino di sei mesi morto per il latte contaminato. Tutte le parti lese chiedono il risarcimento danni alla Sanlu. Li Fangping ha specificato che le corti hanno l'obbligo di notificare l'accettazione dei casi entro sette giorni dalla presentazione, ma finora nessuna delle tre ha ottenuto risposta. Secondo Li il numero di persone vittime dello scandalo del latte contaminato ha superato i 100.000 casi e molte altre famiglie faranno causa nei prossimi giorni. In seguito alle reazione di molti paesi importatori di prodotti cinesi a base di latte, il governo ha ordinato di ritirare dagli scaffali tutti le merci più vecchie di un mese. Considerando che secondo le precedenti dichiarazioni governative molte merci prodotte prima del 14 settembre erano sicure, si deduce che il timore di contaminazione sia di dimensioni più vaste di quanto prima immaginato. Intanto le maggiori compagnie di prodotti a base di latte si discolpano, attribuendo la responsabilità dell'aggiunta di melamina ai punti di raccolta del latte gestiti da privati. La contaminazione quindi non sarebbe avvenuta nelle fabbriche, in particolare in quelle della Yili e Mengniu e non ha nulla a che fare con la produzione e la gestione delle due compagnie. A tal proposito, le dichiarazione del vicepresidente della Yili danno certezza e rassicurazione: "Garantiamo che tutto il latte prodotto dalla Yili è sano al 100%".