di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 4 lug. - Nasce in Cina il tribunale speciale per l'ambente che avrà il compito di processare i proprietari dei grandi impianti inquinanti del Paese. Il nuovo tribunale dovrà affrontare i reati contro la protezione ambientale per quanto riguarda non solo l'inquinamento atmosferico che, soprattutto nei mesi invernali, quando sono attivi gli impianti di riscaldamento a carbone sono attivi, prende di mira le grandi città come Pechino e Shanghai, ma anche quelli relativi all'inquinamento delle falde acquifere e del suolo. Il dato sull'inquinamento del suolo è stato per lungo tempo un segreto di Stato, fino a quando, ad aprile scorso, il Ministero della Protezione Ambientale non aveva svelato che circa un quinto (19%) del territorio coltivabile cinese era contaminato. Per le acque, invece, la percentuale è molto maggiore, e possono arrivare fino al 60%.
L'istituzione del tribunale speciale rientra nella guerra all'inquinamento dichiarata dal primo ministro Li Keqiang nel marzo scorso, e che aveva portato, poche settimane dopo, alla modifica della legge sulla protezione ambientale per la prima volta in 25 anni con emendamenti che prevedevano pene più severe per chi si fosse reso responsabile di gravi casi di inquinamento ambientale. Dal 2011 al 2013 sono stati solo trentamila i casi accettati annualmente dai tribunali cinesi contro una media di undici milioni di casi trattati.
L'inquinamento, soprattutto quello atmosferico, è una delle principali fonti di preoccupazioni per la classe politica cinese, che sta mettendo in atto regole sempre più severe nei confronti delle industrie ad alto tasso di emissioni di CO2, come le acciaierie e l'indotto dell'edilizia. Uno dei provvedimenti più significativi nella lotta allo smog degli ultimi anni riguarda la decisione di introdurre per la prima volta un tetto invalicabile alle emissioni entro il 2016, che sarà inserito nel prossimo quinquennale, il tredicesimo, che copre il periodo 2016-2020. Per ora, la lotta all'inquinamento dell'aria si articola prevalentemente attorno agli investimenti in nuove linee di energia elettrica più efficienti, piani urbanistici che escludono, nel centro delle grandi città, la presenza di impianti inquinanti, e forti sanzioni alle imprese che violano le leggi contro l'ambiente. Da alcune settimane sono poi attivi, in via sperimentale, anche i droni anti-inquinamento che rilevano il tasso di smog nelle aree a maggiore concentrazione di emissioni. Ancora molto alti i costi per il passaggio all'utilizzo di energie pulite: secondo alcuni istituti indipendenti specializzati, il passaggio potrebbe costare fino a 21 miliardi di dollari, nei prossimi anni, con una perdita di valore degli asset collegati all'industria per la trasformazione del carbone.
4 luglio 2014
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