Corea del Nord e Corea del Sud hanno fissato la data per il terzo summit inter-coreano, che si terrà il 27 aprile prossimo. Il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, e il leader di Pyongyang, Kim Jong-un, si incontreranno alla Peace House sul versante meridionale del villaggio di confine di Panmunjom, dove è stato siglato l’armistizio che ha posto fine alle ostilità della guerra di Corea (nel 1953), e sarà quindi il primo a non tenersi nella capitale nord-coreana, Pyongyang. Lo ha reso noto oggi l’agenzia di stampa sud-coreana Yonhap, al termine dell’incontro tra le delegazioni dei due Paesi divisi dal trentottesimo parallelo. Sarà il terzo summit dopo quelli del 2000 e del 2007 e il primo dopo l'era della “sunshine policy”, la linea di politica estera di riavvicinamento tra le due Coree inaugurata nel 1998 dall’allora presidente sud-coreano, Kim Dae-Jung, e proseguita con il suo successore, Roh Moo-hyun, mentore politico dell’attuale presidente, Moon Jae-in.
Le due delegazioni, capeggiate dal ministro per la Riunificazione delle Coree di Seul, Cho Myoung-gyon, e dal capo della Commissione per la Riunificazione Pacifica delle due Coree, Ri Son-gwon, hanno poi convenuto nel corso delle discussioni di tenere una nuova riunione tra delegazioni inter-coreane il 4 aprile prossimo per discutere le questioni di protocollo e di sicurezza relative al summit.
I delegati delle due Coree si sono incontrati intorno alle 10.30 di oggi, le 3.30 del mattino in Italia, con l’obiettivo di fissare l’agenda dell’incontro e per discutere il tema della denuclearizzazione della penisola. L’incontro sarà il secondo impegno diplomatico di alto livello per il leader nord-coreano, che martedì scorso ha incontrato a Pechino il presidente cinese, Xi Jinping, in un incontro “non ufficiale”, come lo descrive l’agenzia Xinhua e tenuto segreto fino al ritorno di Kim in Corea del Nord.
Nel resoconto dell’incontro offerto dall’agenzia di stampa cinese Xinhua, Kim si è impegnato per la denuclearizzazione nel colloquio con Xi, chiedendo a Corea del Sud e Stati Uniti di rispondere agli sforzi di Pyongyang, anche se la Korean Centrale News Agency, l’agenzia di stampa del regime nord-coreano, ieri non menzionava l’impegno del regime ad abbandonare le armi nucleari. La conferma della data del 27 aprile prossimo per il terzo summit inter-coreano avviene mentre a Seul è atteso il rappresentante speciale del presidente cinese, Yang Jiechi (29-30 marzo), che dovrà informare i vertici sud-coreani dell’incontro tra Kim e Xi. Yang parlerà con il Consigliere alla Sicurezza sud-coreano, Chung Eui-yong, e con lo stesso Moon, nei due giorni di permanenza a Seul.
Oltre al summit con il presidente sud-coreano, Kim è atteso anche dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che dovrebbe incontrare a maggio prossimo, anche se da Pyongyang non è ancora giunta una conferma ufficiale. In un tweet di ieri, il presidente Usa ha detto di “non vedere l’ora” di incontrare il leader nord-coreano. Quello con Trump potrebbe non essere l’ultimo impegno diplomatico di Kim: il regime di Pyongyang starebbe valutando anche la possibilità di un incontro a giugno prossimo tra Kim e il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, secondo quanto scrive oggi il quotidiano Asahi, che cita una fonte nord-coreana e alcuni documenti sul possibile summit.
Nel 2000 e 2007 i precedenti summit
Il primo summit inter-coreano risale al 13-15 giugno 2000 e ha visto confrontarsi l’allora presidente sud-coreano, Kim Dae-jung, scomparso nel 2009, e l’allora leader nord-coreano, Kim Jong-il, morto due anni più tardi. Il summit aveva generato alte speranze tra gli osservatori e fu la prima volta che i sud-coreani poterono vedere immagini della Corea del Nord sugli schermi televisivi. L’incontro è stato preceduto dall’accoglienza all’aeroporto di Pyongyang del presidente sud-coreano da parte del leader del Nord. Il momento più alto del summit è stato l’accordo del 14 giugno per ridurre le tensioni tra le due Coree e per sostenere gli sforzi verso la riunificazione della penisola. Dal summit scaturirono anche i primi brevi incontri tra i membri delle famiglie divise dal trentottesimo parallelo. La Sunshine Policy e l’impegno per la democrazia e i diritti umani in Corea del Sud fruttarono a Kim Dae-jung il premio Nobel per la Pace, conferitogli quello stesso anno, anche se il successo del summit venne adombrato dalle indagini dalle quali emerse che la Corea del Sud avrebbe pagato il Nord per tenere il vertice.
Il secondo summit inter-coreano risale all’ottobre 2007. Protagonisti di quell’incontro furono il presidente sud-coreano Roh Moo-hyun, e lo stesso Kim Jong-il. Il summit avveniva mentre erano ancora in corso i colloqui a sei per porre termine al programma nucleare della Corea del Nord, naufragati alla fine del 2008 e che vedevano coinvolti, oltre alle due Coree, Cina, Stati Uniti, Russia e Giappone. Il gesto più simbolico del summit è il passaggio della linea di demarcazione tra le due Coree, da parte del presidente sud-coreano, il 2 ottobre di quell’anno, nei pressi del villaggio di confine di Panmunjom. Dal secondo incontro tra i leader dei due Paesi emerse la volontà comune di ridurre la tensione militare e di aumentare il dialogo. Corea del Nord e del Sud si accordarono anche per aumentare gli scambi politici e commerciali e per tenere altri summit in futuro.
Il terzo summit vedrà il faccia a faccia tra il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, eletto a maggio scorso, e il leader nord-coreano, Kim Jong-un, al potere in Corea del Nord dalla fine del 2011, alla morte del padre. L’accordo sulla data di oggi segna un ulteriore passo in avanti nel disgelo tra le due Coree cominciato all’inizio del 2018, con i colloqui tra delegazioni dei due Paesi per la partecipazione di una delegazione nord-coreana alle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang, svoltesi dal 9 al 25 febbraio scorso. Alla cerimonia inaugurale dei Giochi era presente anche la sorella minore di Kim, Kim Yo-jong, e fu la prima volta dal 1953 che un membro della famiglia Kim al potere al Nord mise piede in territorio sud-coreano.