Nuovi guai per Peppa Pig in Cina. Douyin, l’app cinese da 100 milioni di utenti per la condivisione di video online, ha censurato la popolarissima maialina, dopo che il Quotidiano del Popolo - massimo giornale cinese - ha bollato il cartone animato della Bbc come icona "sovversiva" che allontana i giovani dai “valori centrali del socialismo”. Molti utenti si sono accorti che dalla app sono state rimosse almeno 30.000 clip della serie britannica. Non solo: l'hashtag #PeppaPig è stato bandito dal sito, secondo quanto riportato dal Global Times, l’agguerrito tabloid del Quotidiano del Popolo.
Peppa, investita in Cina di enorme popolarità, al punto da generare un boom di vendite di accessori ad essa ispirati – dai giocattoli ai tatuaggi – viene spesso accostata a parodie con espliciti riferimenti sessuali, scrive il tabloid noto per le posizioni oltranziste. Gli utenti che caricano online clip ispirati alla maialina inglese, sgraditi al Partito Comunista Cinese, sono spesso “persone con un basso livello di istruzione e senza un lavoro stabile” che "alimentano una sottocultura da gangster". Insomma, Peppa non ha colpe se non quella di ispirare - a sua insaputa - fantasie succinte, prestando il fianco a comportanti antisociali: da qui a essere vista come elemento negativo che “penalizza la morale positiva della società” il passo è stato brevissimo.
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Oggi, in una intervista rilasciata in esclusiva al Daily Economic News (Meiri Jingji Xinwen), un responsabile di Douyin, di cui non viene reso noto il nome, nega che il cartone animato sia bersaglio di censura: “Non abbiamo censurato Peppa Pig”, ha detto.
Il giornale cinese ricostruisce l’accaduto. Il 28 aprile scorso, il sito di informazione Zhihu aveva fatto circolare un documento, spacciandolo come un nuovo regolamento emesso da Douyin, che presentava un verosimile elenco dei “contenuti proibiti” del sito: “maialina Peppy” risulta al numero uno della black list contro i comportamenti “volgari o non adeguati” diffusi in rete . “Quella lista era un fake!”, spiega il responsabile. Intanto, però, dei 30mila episodi rimossi, non c’è più traccia.
Secondo il giornale, Douyin ha censurato la maialina per sopravvivere alle stringenti direttive del governo cinese contro la pornografia.
Da quando è sbarcato in Cina, nel 2015, Peppa Pig ha registrato uno share di 47 miliardi di visualizzazioni sulle principali piattaforme (AiQiyi, Youku e Tencent). Di recente, una clip che mostra Peppa Pig dipinta su una schiena nuda, è diventata virale sulle principali piattaforme video (Kuaishou, Douyin, Meipai), consacrando la maialina star del web. È così che il cartone ha attirato le critiche del Quotidiano del Popolo, preoccupato di come i comportamenti antisociali ispirati dal cartone animato, contrari ai valori socialisti, possano compromettere l’infanzia dei bambini cinesi, nonché alimentare la vendita di prodotti contraffatti.
Da quando è entrato in Cina nel 2015, il cartoon è stato un successo: l'anno scorso ha generato ricavi per ben 7 miliardi di yuan (oltre 1 miliardo di dollari). L'ultima trovata è una tazza di porcellana, realizzata da un artista sconosciuto, che ha disegnato Peppa sullo sfondo di un tradizionale paesaggio cinese, ed è diventata nel giro di pochissime ore tra i prodotti più richiesti online, ha riportato il China Youth Daily. Sulla piattaforma di e-commerce Taobao sono in vendita ciotole simili con un costo che oscilla tra i 198 e i 399 yuan (32-63 dollari).
La popolare serie britannica, da quando è sbarcata in Cina, ha registrato uno share di 34 miliardi di visualizzazioni su varie piattaforme. L'anno scorso i contenuti relativi al maialino sono stati letti da oltre 200 milioni su Weibo, il Twitter cinese, mentre il cartone ha raggiunto quota 13 miliardi di visualizzazioni su iQiyi, il corrispondente asiatico di Netflix.
Ma non è raro che Peppa sia oggetto di reprimenda da parte dei genitori cinesi (noti per la rigida educazione), preoccupati che i figli, affascinati dalla famiglia di maiali che ha conquistato il mondo, emulino comportamenti poco adeguati, come rotolarsi nel fango o grugnire. Il governo cinese, con una direttiva diramata l’anno scorso, aveva imposto un tetto ai libri per bambini prodotti all'estero che si possono pubblicare in Cina, per il pericolo di un "influsso ideologico troppo alto" (anche le canzoni dello Zecchino d’Oro erano finite nella rete della censura).
Ha collaborato Wang Jing