di Cecilia Scaldaferri
Parigi, 8 mar. - La Cina ha bloccato l'acquisto di almeno una decina di Airbus A330 a lungo raggio come ritorsione per la tassa sulle emissioni imposta dall'Unione europea. E' l'accusa lanciata da Luois Gallois, direttore generale dell'Eads, il colosso eurospaziale europeo che controlla Airbus. "Stiamo premendo per una soluzione mondiale, non crediamo che una soluzione europea da sola sia giusta", ha affermato Gallois in una conferenza stampa, sottolineando che in questo modo "si sta creando una distorsione e un clima di opposizione tra l'Europa e il resto del mondo".
La cosiddetta carbon tax, entrata in vigore il primo gennaio 2012, e' una delle risposte europee al problema delle emissioni. Secondo Bruxelles, in questo modo si riuscira' a raggiungere l'obiettivo del taglio del 20% entro il 2020. Ma una diecina di Paesi, tra cui Cina, Russia e Stati Uniti, si sono opposti sostenendo che la tassa viola le leggi internazionali.
Durante la conferenza stampa, Gallois ha inoltre ribadito l'indipendenza del colosso aerospaziale, definendo inappropriati i tentativi tedeschi di interferire con la gestione del gruppo. All'inizio di marzo, il coordinatore del settore aerospaziale del governo tedesco, Peter Hintze, ha scritto una lettera al numero uno di Eads, chiedendo che venisse riconsiderata l'attivita' industriale della societa' troppo sbilanciata sulla Francia. All'origine, ci sarebbe la vociferata decisione di fare della francese Tolosa il principale centro di gravita' del gruppo.
Nel 2011 l'Eads ha registrato profitti record, con una crescita degli utili netti dell'87% a 1,03 miliardi di euro, e si e' posta risultati altrettanto ambizioni per quest'anno. La holding, creata nel 2000, e' una societa' che ha come azionisti forti Germania e Francia, con la Spagna che occupa anch'essa un posto di rilievo nel vertice del gruppo.
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