La Cina si mantiene prudente nelle aspettative di crescita e innalza il budget destinato alle spese militari rispetto allo scorso anno, all’apertura dell’Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese, mentre permangono incertezze a livello globale, a cominciare dal protezionismo commerciale, citato dal primo ministro Li Keqiang nella sua relazione di fronte ai quasi tremila delegati giunti a Pechino da tutta la Cina. Quella di oggi è la prima sessione plenaria dell’Assemblea Nazionale del Popolo dopo il diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese di ottobre scorso, che ha consacrato nella costituzione del partito il contributo ideologico del segretario generale, Xi Jinping, il “pensiero sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era”: dalla riunione di quest’anno è attesa anche la ratifica della proposta del Comitato Centrale del Pcc di eliminare il vincolo costituzionale del doppio mandato per il presidente cinese, spianando la strada per un incarico a tempo indefinito per Xi Jinping al vertice dello Stato, e l’ingresso del pensiero di Xi anche nella costituzione cinese.
Mantenuto obiettivo Pil intorno al 6,5%
Li Keqiang, nella relazione di oggi non è entrato direttamente nella proposta di emendamento della costituzione, ma ha sottolineato l’importanza di “salvaguardare con risolutezza” lo status di Xi come nucleo del partito e “l’autorità del Comitato Centrale del partito e la sua leadership centralizzata e unificata”. La Cina, ha dichiarato, deve proseguire lungo la strada dell’approfondimento delle riforme e delle aperture, iniziata nel 1978, e che è stata “una mossa di svolta nel fare della Cina ciò che è oggi”. Il discorso all’Assemblea Nazionale del Popolo è tradizionalmente il momento in cui la Cina svela i suoi obiettivi di crescita. Nonostante un risultato al di sopra delle aspettative nel 2017, quando la crescita è stata del 6,9%, Pechino ha deciso di mantenere inalterato rispetto all’anno scorso l’obiettivo di crescita per quest’anno, attorno al 6,5%, un segnale per gli analisti della rinnovata attenzione al contenimento dei rischi di sistema e alla stabilità in economia. Il governo prevede anche di contenere l’inflazione al 3% e di abbassare, al 2,6% del prodotto interno lordo il deficit fiscale per il 2018, a 2380 miliardi di yuan (circa 375 miliardi di dollari) contro una quota del 3% prevista lo scorso anno. A fronte del taglio di spesa, il governo punta sviluppare nuovi motori per la crescita e a proseguire lungo il percorso delle riforme dal lato dell’offerta. Per le imprese e per i cittadini il taglio delle tasse sarà, poi, di oltre 800 miliardi di yuan (circa 126 miliardi di dollari).
Spese militari +8,1% nel 2018
La Cina prevede un aumento della spesa militare dell’8,1% rispetto allo scorso anno nel 2018, a 1110 miliardi di yuan, circa 175 miliardi di dollari, in lieve aumento rispetto al target dello scorso anno, quando la previsione era di un aumento del 7%, e per il terzo anno consecutivo in aumento di una sola cifra percentuale: l’ultimo aumento a due cifre, del 10,1%, è del 2015. Le ambizioni militari della Cina sono state sottolineate oggi, nella relazione all’Anp presentata dal premier. La Cina ha “sostanzialmente completato” il compito di ridurre le Forze Armate di trecentomila unità annunciato nel settembre 2015 dal presidente cinese, Xi Jinping. Le Forze Armate cinesi, si legge nella relazione, sono state “significativamente modernizzate” e la Cina ha “approfondito l’integrazione tra settore militare e civile”.
In vista taglio produzione acciaio
Nella relazione all’Assemblea Nazionale del Popolo, il primo ministro cinese ha poi sottolineato che la Cina proseguirà nell’opera di riduzione della sovrapproduzione di acciaio, che prevede di tagliare di trenta milioni di tonnellate nel 2018, e di carbone, per cui è previsto un taglio di 150 milioni di tonnellate, quest’anno, un’ulteriore sforzo per fare tornare il cielo blu sopra la Cina, migliorare la qualità della crescita e contribuire alla lotta contro il surriscaldamento globale. Negli ultimi cinque anni, il premier ha rivendicato per la Cina un abbassamento del consumo di carbone dell’8,1% e un innalzamento dell’energia prodotta da fonti pulite del 6,3%. Il premier ha fatto riferimento anche ai timori della Cina nello scenario attuale, evidenziando che “ci possiamo aspettare una continua ripresa dell’economia globale, ma ci sono anche molti fattori che portano instabilità e incertezza”, tra cui i “cambiamenti nelle politiche da parte delle maggiori economie e le loro ricadute”. Tra le incertezze, Li ha citato il protezionismo commerciale, “che sta crescendo”, e i rischi geopolitici che “sono in ascesa”.
Una soluzione per le dispute con gli Usa
In un riferimento indiretto alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti, il primo ministro cinese ha aggiunto che la Cina “chiede la risoluzione delle dispute commerciali attraverso discussioni tra pari, si oppone al protezionismo commerciale e salvaguarderà con risolutezza i suoi diritti legittimi”. Le parole del primo ministro cinese, seguono di poche ore quelle pronunciate ieri dal portavoce dell’Assemblea Nazionale del Popolo, Zhang Yesui, vice ministro degli Esteri di Pechino. La Cina “non vuole combattere una guerra commerciale con gli Stati Uniti, ma assolutamente non rimarrà seduta a guardare gli interessi della Cina venire danneggiati”, aveva dichiarato ieri dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dei dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio, rispettivamente del 25% e del 10%. “Se le politiche sono fatte sulla base di giudizi o presupposti sbagliati”, aveva aggiunto Zhang, “questo danneggerà le relazioni bilaterali e porterà a conseguenze che nessun Paese vuole vedere”.
Maggiori aperture agli investitori stranieri
Nella relazione all’Anp, Li ha ribadito le aperture del proprio mercato interno, a cominciare dal settore finanziario. “Renderemo gli standard di ingresso nel mercato allo stesso livello sia per le banche cinesi che per quelle straniere”, ha dichiarato Li Keqiang. La Cina promette nuove aperture anche per gli investitori stranieri sul mercato cinese, una promessa che riecheggia quella contenuta nella relazione al Congresso del Pcc presentata dal segretario generale del partito, Xi Jinping, a ottobre scorso. In particolare, vengono menzionati nella relazione all'Anp i settori del manifatturiero, delle telecomunicazioni, dei servizi sanitari e delle auto alimentate a nuove fonti di energia.