di Sonia Montrella
Roma, 29 mar.- L'artista-dissidente Ai Weiwei dovrà pagare una multa da 15 milioni di yuan:lo hanno deciso le autorità di Pechino confermando l'accusa originariae negando all'archistar la possibilità di ricorrere in appello. Lanotizia arriva poche ore dopo che Ai Weiwei ha riferito alla Reuters diaver ricevuto martedì scorso la notifica per un processo a portechiuse. Ma l'artista non intende arrendersi e fa sapere che farà causaalle autorità di Pechino entro 15 giorni.
"Inconcepibile" aveva commentato la notizia de processo a porte chiusel'archistar, autore tra le altre cose dello stadio Nido d'uccello diPechino e accusato di aver evaso le tasse con la Beijing Fake CulturalDevelopment, la factory artistica che produce le sue opere. Un accusaper cui Ai Weiwei sarebbe condannato a pagare senza però aver avutomodo di visionare i documenti che provano la sua colpevolezza. Cosìcome è stato negato a Pu Zhiqiang, avvocato del dissidente.
Arrestato lo scorso aprile e detenuto per 81 giorni, permolti l'accusa mossa all'artista non sarebbe altro che un pretesto per'imbavagliare' una delle voci più scomode del Paese che in piùoccasioni non ha esitato a criticare il governo cinese. Quello di Ai èdiventato un vero e proprio caso mediatico tanto da attirarel'attenzione (e le critiche) dell'intera comunità internazionale e deisostenitori dell'artista che, con una colletta comune, hanno raccolto 9milioni di yuan per saldare il debito finanziario dell'archistar.
"Quale Paese ha paura di affrontare i suoi contribuenti?"si chiedeva Ai Weiwei qualche ora fa. "Non capisco quale sia ilproblema. Se sono colpevole perché hanno paura di agire contrasparenza?". E' un "brutto segno", gli faceva eco Pu. "Tutto milascia pensare che la questione dell'evasione delle tasse sia solo unaforma di persecuzione condotta congiuntamente dall'Ufficio Tasse edagli organi di Sicurezza sociale.
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