Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump si prepara a decidere nella giornata di oggi sulla reimposizione o meno di sanzioni all'Iran per i presunto mancato rispetto dell'accordo sul nucleare che, a detta dei paesi europei, invece funziona benissimo. Secondo le previsioni che circolano in queste ore, il Presidente dovrebbe a malincuore confermare l'esenzione dalle sanzioni sul nucleare, imponendone pero' altre in campi diversi.
Secondo Bloomberg, però, Trump avrebbe deciso di estendere, sia pur limitatamente, le sanzioni, entrando così in contrasto anche con l'Unione Europea che difende l'accordo raggiunto nel 2015 con l'Iran. La notizia è stata diffusa con un tweet da un giornalista dell'agenzia di stampa americana.
Al contrario, il New York Times sostiene che il presidente americano Donald Trump prorogherà il congelamento delle sanzioni verso l'Iran previsto nell'accordo sul programma nucleare di Teheran. Trump dovrebbe però imporre una scadenza al Congresso e agli alleati europei per migliorare l'accordo altrimenti gli Stati Uniti ne usciranno.
L'annuncio è atteso nelle prossime ore e dovrebbe essere accompagnato da 'sanzioni mirate' contro alcuni esponenti del governo di Teheran per corruzione e abuso dei diritti umani. Una indiretta conferma anche dal New York Times, comunque, che ci sarà una parziale estensione delle sanzioni, sia pure non estesa. Trump è stato convinto dai suoi consiglieri e dagli alleati europei a non sciogliere l'accordo sul nucleare iraniano (La Repubblica).
L'Ue difende l'accordo con Teheran
L'accordo sul nucleare iraniano per l’Unione europea “funziona e va difeso": l'Europa accoglie a Bruxelles il ministro degli Esteri di Teheran, Javad Zarif (tra sporadiche proteste di attivisti per i diritti umani che manifestano di fronte alle istituzioni) e 'blinda' l'intesa con la Repubblica Islamica osteggiata dal presidente Usa, Donald Trump. L'Unione europea "resta impegnata per la piena attuazione dell'accordo sul nucleare iraniano, un accordo che funziona ed è cruciale per la sicurezza del mondo", ha ribadito l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera, Federica Mogherini, al termine dei colloqui con Zarif e i ministri degli Esteri dei tre Paesi europei negoziatori per il nucleare iraniano, il francese Jean-Yves Le Drian, il tedesco Sigmar Gabriel e il britannico Boris Johnson.
"Non c'è alternativa all'implementazione dell'accordo sul nucleare iraniano", per questo è necessario "restare vigili" per verificare la sua applicazione, aggiunge il francese Le Drian sottolineando comunque che esistono dei "punti di disaccordo" con Teheran sullo sviluppo di missili balistici. "È importante che l'accordo sia rispettato e ad oggi non ci sono indicazioni che possano sollevare dubbi sul rispetto dell'accordo da parte degli iraniani", aggiunge Le Drian, "non ci sono ragioni particolari per una rottura".
Cosa prevedeva l'accordo sul nucleare con l'Iran
L’accordo oggetto del ripensamento di Trump è quello del 14 luglio del 2015 a Vienna, siglato da Teheran e dai Paesi del cosidetto 5+1 ovvero i membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con potere di veto - Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina - più la Germania. Per molti fu interpretato come una buona opportunità di riavvicinamento tra la Repubblica Islamica e gli Stati Uniti. Il punto principale dell'intesa era la rimozione delle sanzioni internazionali imposte all'Iran. Eliminate, non solo sospese. In cambio l’Iran accettava una serie di restrizioni al programma nucleare.
I punti cardine del documento, in una scherda pubblicata da Repubblica nel luglio 2015, erano:
- TAGLIO SCORTE URANIO ARRICCHITO. Si dovrà scendere dagli attuali 10 mila chili immagazzinati dalle autorità di Teheran a 300 chili, con una riduzione del 98%. Prevista una moratoria di 15 anni sull'arricchimento dell'uranio al di sopra del 3,67%.
- CENTRIFUGHE. Il loro numero sarà ridotto di due terzi, passando dalle attuali 19 mila a poco più di 5.000 mila. Di queste ultime oltre mille saranno riconvertite per la produzione di isotopi per uso medico, utilizzati soprattutto nella lotta contro il cancro. Il taglio combinato delle centrifughe e delle scorte di uranio porta ad un anno il tempo che all'Iran sarebbe necessario per produrre materiale per una bomba atomica.
- ISPETTORI. Quelli dell'Aiea in teoria avranno accesso 24 ore su 24, sette giorni su sette ai siti nucleari iraniani, anche quelli militari. Ma Tehran potrà appellarsi a un tribunale arbitrale composto da tutti i Paesi che hanno siglato l'accordo.
- SANZIONI. Colpiscono energia, commercio, trasporti e finanza. Saranno rimosse, si prevede a partire dal 2016. L'effetto più immediato sarà la possibilità per l'Iran di tornare a vendere petrolio sui mercati internazionali. Entro luglio ci sarà una risoluzione Onu, cui seguiranno 90 giorni in cui l'Iran, in seguito alle ispezioni, dovrà dimostrare di rispettare gli impegni presi. Se gli accordi saranno violati una commissione costituita dagli Stati dell'accordo potrà decidere a maggioranza il ripristino immediato delle misure restrittive.
- EMBARGO ARMI. La sua fine non sarà immediata. Resterà in vigore per altri 5 anni e sarà allentato gradualmente. Per il momento non si prevede a breve termine la fine dell'embargo per tutte le tecnologie legate alle testate nucleari.